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Per il lancio web della nostra rubrica Lux and the City, che i lettori di PassaParola Magazine conoscono da vario tempo, vi regaliamo un inedito a cura dell’autore: Steve M. Scarz

#godetevelo

Coronavirus, covid-19

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Prevenzione e quarantena, due termini che sentiamo tante volte al giorno in questo strano periodo di Covid-19. Anche io mi sono convertito subito a questa modalità, ma non perchè avessi paura del virus, bensì dell’ondata di idiozia che immediatamente avrebbe contagiato i social.

E infatti, puntuale come Salvini che strumentalizza l’evento, è arrivata la valanga di post non richiesti sul Coronavirus. Dal mio posto di osservazione li ho catalogati in 10 categorie in base al disagio, restituendovi un riassunto di tutto il peggio del web in proposito:

Il complottista: l’idea che un virus si modifichi da solo, così come sempre successo in natura, non gli va proprio giù, allora vai di teorie improbabili: l’hanno creato i cinesi per danneggiare gli americani, ma forse anche gli americani per danneggiare i cinesi. A seguire troviamo le lobby, che hanno fatto una specie di cooperativa per fare guadagni folli: il nutrito gruppo è formato dalle case farmaceutiche, i produttori di amuchina, di disinfettanti, di mascherine e sembra che all’ultimo si sia inserito anche Don Gaetano, titolare dell’omonima pizzeria di Codogno. Da lui non ci andava nessuno manco prima del virus, ma ora è contento perchè pure i suoi concorrenti se la passano male. Ah, come dimenticare quei cattivoni che producono i giochi di società, erano anni che non stavamo tutti a casa! Ciliegina sulla torta il virus non si diffonde da persona a persona, lo stanno ovviamente irrorando con le scie chimiche.

L’informato: la sua pagina Facebook è così aggiornata sul Covid che a confronto le maratone di Mentana sembrano il giornaletto del liceo. Ogni notizia che ha minimamente a che fare con l’evento viene condivisa alla velocità della luce, anche se proviene da trattorieruspe.com, o se si tratta di una dichiarazione dell’illustre immunologo, che momentaneamente fa il tronista a Uomini e Donne.

L’internazionale: è come l’informato, ma lui è un pelo più istruito e vuole fartelo sapere pubblicando per lo più notizie estere. Non si sa come li trovi, ma è riuscito a scovare casi sospetti in Turkmenistan, dove un bidello che in realtà doveva fare una commissione personale l’indomani, ha chiamato la scuola dicendo che aveva i decimi di febbre e anche un po’ di cagarella.

Il razzista: ha messo in fresco lo champagne quando ha saputo che l’epidemia è partita dalla Cina. Ha sparato le prime cartucce facendo battutacce sugli asiatici (per poi venire clamorosamente superato da Zaia, in fondo quelli sono professionisti, guai a sfidarli) e si stava preparando alla grande festa convintissimo che il virus sarebbe arrivato dall’Africa, ovviamente sui barconi. Ha buttato lo champagne ed è rimasto confuso per qualche giorno non sapendo che posizione tenere. Nel dubbio quindi ha recuperato un classico sempre di moda: per contenere il virus chiudete subito porti, aeroporti, elipoorti, boccaporti ed anche casseforti. Perchè pure le casseforti? Non lo so, ma faceva rima. Ah, ovviamente Putin ha già sconfitto il morbo e si è offerto di aiutare l’Italia, ma i giornali comunisti non ce lo dicono.

Il benaltrista: anche questa è una categoria classica dei social che ha spostato, grazie al virus, i confini dell’idiozia un po’ più in là. In pratica, per quelli come lui nulla è mai il problema principale, e i media ci distraggono sempre dai veri problemi. Alcune tesi lette qua e là: è tutta una macchinazione per non farci andare a votare al referendum sul taglio dei parlamentari (quei cattivoni dei cinesi sono mesi che tentano di vietarcelo), adesso vedrai che per curare tutti mettono una tassa “Coronavirus” (sarebbe il tipico provvedimento “tampone”), nel frattempo il rarissimo piccione che ti fa pipì e non cacca in testa si sta estinguendo e nessuno dice niente…

Il vice capo della Protezione Civile: uno che predilige i terremoti, i crolli dei ponti, o almeno una valanghetta occasionale, non poteva lasciarsi sfuggire un’opportunità del genere per ribadire l’incompetenza di tutte le istituzioni, nazionali ed internazionali, e soprattutto proporre le sue ricette infallibili. Nello specifico ecco alcune sue proposte: i malati andrebbero divisi in due metà, gli uni da decapitare, gli altri da trafiggere con un paletto di frassino, così da capire se il coronavirus è più una roba tipo zombie o tipo vampiri. Un altro suo ambito d’azione è l’ordine pubblico: per lui se le scuole restano chiuse non va bene, se restano aperte nemmeno. Lo stesso per gli altri luoghi pubblici. E allora come si fa direte voi? Semplice: mandare a tutti i sindaci d’Italia una versione personalizzata del gioco dell’oca. I funzionari comuniali la mattina si siedono e iniziano a tirare i dadi, sulle caselle c’è scritto roba tipo: oggi apri la scuola, chiudi il cinema, e socchiudi la parrocchia. Su un’altra: oggi apertura libera dei negozi, ma a scacchiera. Apre uno, quello successivo è chiuso ma è aperto quello di fronte, e così via. A rotazione, un negozio per ogni strada sta fermo un turno. In questo modo il virus non lo debelli, ma lo confondi.

 Il protagonista: a lui di quello che succede nel mondo non gliene po’ fregà de meno, ogni scusa è buona per un buon selfie acchiappa like. Il must del periodo è la sua foto con la mascherina, oppure quella della piazza del suo paese deserta. Peccato che però di solito il soggetto manchi di autopercezione: la mascherina gli dona perchè si vede meno faccia, e non riesce a capire che il suo paesello è vuoto e sfigato anche gli altri giorni dell’anno, un po’ perchè è brutto, un altro po’ perchè ci abita lui.

L’ansioso: è convinto che moriremo tutti, che i media ci nascondono la vera gravità del fenomeno, e che l’epidemia è alle porte della sua città, non è ancora entrata solo perchè al casello funzionano solo le carte e il virus si sa, lo ha detto anche Burioni, gira solo con gli spiccioli addosso. Pende dalle labbra, o meglio dai post dell’informato, dell’internazionale, ma pure del complottista e del razzista, perchè tutto fa brodo nel suo delirio da ultimi giorni. Quando qualcuno fa l’errore di commentare per minimizzare apriti cielo: “Tu non capisci perchè non hai figli” oppure “Io non ho paura per me, ma per mio nonno che è anziano e ha la prostata ingrossata”. Ora, a parte che non ho visto miglioramenti da quando sei diventato papà/mamma, minchione ti ricordo e minchione sei rimasto, quindi la tesi che tu capisci perchè hai i figli non regge, ti vorrei anche far notare che almeno che tu non abbia 98 anni, di solito hai sempre una persona anziana che ti sta a cuore, non sei stato ancora nominato “Ultimo nipote d’Italia”.

Il professionista: il risvolto principale di tutta sta storia è che lui sta a casa a lavorare, provvido esempio di responsabilità e resilienza (sì, se ve lo state chiedendo di solito è milanese) e primo uomo in Italia a usare lo smart working. Caro mio manager rampante, il personale non sa come dirtelo, ma con te a casa le azioni della tua azienda hanno preso valore, e anche i colleghi sono più contenti che spari qualche minchiata in meno in riunione e qualcuna in più su LinkedIn!

I miei preferiti: quelli che (sia pure in pochi) hanno avuto la decenza di non scrivere un cacchio sul tema, perchè consapevoli di non saperne abbastanza sul tema o di non avere la soluzione a portata di mano. Se questo virus davvero dovesse fare una strage, sappiate che se risparmiasse solo voi il mondo sarebbe un posto mezzo vuoto, triste, ma senza dubbio migliore!

Steve M. Scarz

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