In occasione delle elezioni legislative che si svolgeranno in Lussemburgo il 14 ottobre abbiamo intervistato il Ministro delle Finanze Pierre Gramegna*.

L’intervista e il reportage che trovate nella rubrica PRIMO PIANO sul no. cartaceo di PassaParola Magazine di ottobre 2018 sono a cura di Stella Emolo.

 

Gramegna

 

Lo scorso 23 luglio, in qualità di Ministro delle Finanze, Lei ha presentato la situazione delle finanze pubbliche per il primo semestre del 2018, conferma del graduale e spettacolare recupero negli ultimi anni e sintesi perfetta del suo mandato. Ci spiega la politica attuata?

Durante e dopo la crisi economica e finanziaria abbiamo assistito a un deterioramento delle finanze pubbliche. La forbice fra le entrate e le spese dello Stato era in costante aumento e il debito pubblico stava prendendo una direzione pericolosa per il futuro del nostro Paese. Di conseguenza, nel 2013, questo governo ha ereditato una situazione a dir poco complicata. Il Lussemburgo era sul punto di perdere la tripla A e ciò avrebbe avuto delle conseguenze negative sulla nostra economia e in particolare sul mercato finanziario. Pertanto, fin dal primo giorno del mio mandato, ho lavorato per risanare le finanze pubbliche. Per quanto riguarda il debito pubblico, l’obiettivo del governo è stato di stabilizzarlo al di sotto del 30% del PIL. E posso dire senza ombra di dubbio che ci siamo riusciti. Il deficit è sotto controllo. Questo risultato è ancora più notevole se prendiamo in considerazione la perdita dell’IVA sull’e-commerce, così come le agevolazioni fiscali, entrate in vigore nel 2017, a beneficio sia delle imprese sia delle persone fisiche. Il debito pubblico si è stabilizzato intorno al 22% del PIL, ben al di sotto della barra del 30%. Nei prossimi anni scenderà addirittura sotto il 20%. Questo miglioramento della situazione non si spiega solo con la ripresa della crescita economica, ma soprattutto grazie alle misure dello “Zukunftspak” che ci hanno permesso da un lato di contenere la spesa dello Stato e dall’altra di utilizzare meglio i fondi pubblici. Oggi tutte le principali agenzie confermano il rating AAA del Granducato.

Due grane che ha dovuto affrontare durante il suo mandato: Brexit e LuxLeaks. Il Lussemburgo trae vantaggi dall’uscita dell’Inghilterra dall’Unione europea? il Granducato mantiene l’attrattività per la finanza internazionale? 

LuxLeaks è stato uno shock. Ma l’effetto di questo shock ha rafforzato la volontà del governo di riorganizzare il mercato finanziario e di abbracciare la trasparenza in materia di cooperazione internazionale. È sotto la Presidenza lussemburghese dell’UE che nel 2015 abbiamo deciso di organizzare lo scambio automatico di informazioni sui ruling a livello europeo. Questo meccanismo è in vigore dallo scorso anno e funziona. Contrariamente a quanto molti pensavano, i ruling non sono un male in sé. Offrono una sicurezza giuridica per le imprese. Anche la Commissione europea lo riconosce. Inoltre, il Lussemburgo ha sostenuto il movimento BEPS (erosione della base e spostamento degli utili) dell’OCSE in modo molto proattivo, per garantire una maggiore equità nella tassazione delle imprese internazionali. Se non avessimo fatto tutto questo oggi il Lussemburgo non sarebbe più un Pae-

se interessante. La politica messa in atto da questo governo ha visibilmente contribuito a migliorare la reputazione del Paese. Altrimenti, nel contesto della Brexit, nessuno sarebbe stato disposto a venire qui. La Brexitt ha portato alla luce l’attrattiva del Lussemburgo. Detto questo, non prendiamoci in giro. La Brexit è una brutta notizia per l’Europa e una bruttissima notizia per il Regno Unito. Brutta per l’Europa perché perdiamo un partner importante. Bruttissima per il Regno Unito perché perde l’accesso al grande mercato comune. Nel breve termine abbiamo approfittato di questa uscita annunciata poiché assicuratori, gestori patrimoniali, tecnofinanza e persino banche, in tutto circa una quarantina di società finanziarie, hanno annunciato che si sarebbero trasferite o avrebbero rafforzato la loro presenza in Lussemburgo. Quindi questa è una buona notizia per la nostra piazza finanziaria. Nel medio termine l’uscita del Regno Unito è negativa perché perdiamo un alleato importante. Ecco perché dobbiamo fare tutto il possibile affinché i legami con il Regno Unito non siano totalmente interrotti.

Ha più volte dichiarato la necessità di eliminare il segreto bancario per diversificare l’economia e progredire qualitativamente. A che punto siamo?

Quando il Lussemburgo ha ratificato la fine del segreto bancario a livello internazionale alla fine del 2014 molti osservatori hanno pensato che avrebbe danneggiato l’attrattività del Lussemburgo. Non è andata così. Al contrario, il segreto bancario era diventato un handicap. Se avessimo avuto ancora un problema di immagine di marchio posso garantirvi che avremmo avuto difficoltà ad attrarre attori finanziari innovativi e a diversificare il nostro mercato. Oggi le 139 banche presenti sul suolo lussemburghese sono un po’ meno numerose rispetto al 2014, ma godono di buona salute. La diversificazione geografica e il cambio di modello verso una clientela più ricca ha giovato alle banche. A livello di fondi di investimento siamo leader in Europa e nel mondo, secondi solo agli Stati Uniti d’America. In cinque anni i fondi amministrati in Lussemburgo sono passati da 2600 miliardi di euro a oltre 4200. Le risorse gestite contrassegnano dei record storici. Nel corso degli ultimi anni il Lussemburgo è diventato uno dei leader nella finanza sostenibile. Quindi, abbiamo sviluppato un ulteriore pilastro orizzontale con le tecnofinanze, cosa che era una delle priorità all’inizio del mio mandato. Il buon risultato di questo settore è illustrato dal successo della Luxembourg House of Financial Technologies (LHoFT), che è un partenariato pubblico-privato. È vero che l’uso di nuove tecnologie potrebbe potenzialmente aumentare ancor più la produttività, già impressionante, nel settore finanziario. In effetti, la piazza finanziaria è ormai un esempio-faro in termini di produttività. Con i suoi 47.000 impiegati, che rappresentano solo l’11% della massa salariale, il settore finanziario genera poco più di un quarto del prodotto interno lordo del Lussemburgo. È questa la crescita sostenibile!

Cosa pensa della politica dell’attuale governo italiano? in particolare ritiene siano in essere azioni per attirare le grandi imprese?

Non spetta a me giudicare la politica attuale del governo italiano. Ma posso comunque dirvi che ho piena fiducia nel mio omologo per quanto riguarda il rispetto delle regole europee. Ho avuto l’occasione di discutere con il ministro Tria durante l’ultimo Ecofin a Vienna e mi ha assicurato che manterrà i suoi impegni.

 

 

*In qualità di diplomatico, Gramegna è stato consigliere politico economico dell’Ambasciata lussemburghese di Parigi e console generale a San Francisco. Tra il 1996 e il 2002 ha ricoperto la carica di Ambasciatore del Lussemburgo in Giappone e dal 2003 è direttore della Camera di commercio lussemburghese. È ministro delle Finanze dell’attuale governo

 

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