La città è sorprendentemente colorata, luccicante, illuminata. Anche quando piove il cielo sembra non voler lasciarsi andare a un chiaroscuro che non gli appartiene. Folle oceaniche fluttuano tra strade e piazze, senza un’aspirazione precisa. A guardarli con attenzione si scopre un mosaico di persone che rappresentano a tutto tondo la più svariata umanità. Ci sono bambini sorridenti e genitori appassionati, adolescenti tecnologici e quarantenni nostalgici, pensionati claudicanti e pensionate resistenti.
La folla è un grande serpentone in mobilità perenne, che si sposta rapidamente da una parte all’altra della città, alla ricerca degli artisti perduti, per fotografarli e fotografarsi insieme a loro. E’ come se la macchina del tempo, paradossalmente, avesse riportato l’atmosfera ai tempi della dolce vita, quando paparazzi scatenati e impertinenti rincorrevano personaggi famosi e grandi artisti per uno scatto dal valore assoluto. Siamo nel 2018, impazzano social, selfie e tecnologia ultra futuristica eppure qui sembra proprio di assistere a una bizzarra “caccia” dal sapore antico. Per una foto, un autografo o solo per vedere da vicino un cantante, un gruppo o un ospite si sopportano ore di attese, di pressioni e, il più delle volte, delusioni cocenti.
La signora Adriana, ottanta anni di lavoro e passione, vende souvenir sulla piazza antistante l’Ariston e i Festival li ha visti tutti. Lei, che ci confessa essere stata una grande fan di Claudio Villa, ricorda più di ogni altra “Si può dare di più” e “Uomini soli” e di questa edizione, senza tentennamenti, dice di preferire Fabrizio Moro, senza dedicare alcuna menzione all’altra Meta(‘) del duo…
Matteo ha 20 anni, si è appena diplomato all’istituto agrario e del Festival conosce quello che la mamma gli ha raccontato. Lei è pazza per Eros Ramazzotti e Gianni Morandi , lui non saprebbe nemmeno riconoscerli. Allora gli chiediamo perché sia qua, con altri amici, a correre dietro a cantanti misteriosi. “Perché c’è Ultimo ci dice! Amo la musica che fa e poi è de Roma, speramo che vince!”…forse, in questo caso, sarebbe stato meglio se avesse vinto Il congiuntivo di Lorenzo Baglioni…
Invece Ultimo, con “Il ballo delle incertezze” ha proprio vinto, anche meritatamente! Era molto emozionato e ha pianto mentre, dedicando il premio al fratello, ha detto “sta combattendo la sua battaglia e sicuramente la vincerà”.
Al secondo posto Mirkoeilcane con “Stanno tutti bene” che si è aggiudicato anche il premio della critica della Sala Stampa dell’Ariston Mia Martini.
Al terzo posto Mudimbi con Il Mago che, invece, era risultato sempre in testa nelle serate precedenti.
Il Premio della critica della Sala Stampa Lucio Dalla è andato a Alice Caioli con Specchi Rotti.
I big si sono esibiti tutti in duetto. Performance particolarmente incisive quella di Vanoni-Bungaro-Pacifico con la partecipazione di Alessandro Preziosi, di Max Gazzè con Rita Marcotulli e Roberto Gatto, Ron che ha duettato con Alice, lo Stato Sociale che ha portato sul palco dell’Ariston, oltre a Paolo Rossi, il piccolo coro dell’Antoniano.
Amore bello cantato da Baglioni con la mitica Gianna Nannini è una delle cose belle da ricordare. Da dimenticare le sue esibizioni intercalate da siparietti ridicoli e senza senso a cui colleghe illustri si sono prestate in queste sere o gag sempre troppo sfilacciate che hanno come caratteristica principale quella di non far ridere nessuno.
Gilda Luzzi