La rivoluzione tecnologica sta dettando passaggi epocali che stiamo vivendo in prima persona. Uno di questi è la possibile scomparsa della moneta, quella che chiamiamo contante, destinata sempre più a diventare un numero virtuale su piattaforma digitale.
Tra qualche anno si dovrà spiegare ai bambini cosa significava il bagno nelle monete di Zio Paperone. L’ormai “vecchio” portafoglio, che già oggi non contiene quasi più banconote o monete “sonanti”, ma solo bancomat e carte, potrebbe diventare in pochissimi anni oggetto da museo perché lo smartphone sembra essere lo strumento destinato ad essere utilizzato sempre più per i pagamenti attraverso applicazioni legate ai colossi del web, soprattutto cinesi ed americani.
La Cina, nella storia dell’umanità già luogo di invenzioni straordinarie e rivoluzionarie, ancora una volta sembra essere avanguardia della diffusione di questa invenzione. Un recente articolo del New York Times racconta che in alcune città cinesi i pagamenti elettronici hanno talmente sostituito il contante che anche i mendicanti si sono adeguati e le elemosine si fanno scansionando il QR code nella ciotola del mendicante.
Applicazioni come quelle di Wechat ed Alibaba stanno diventando potenze finanziarie e in Cina si compiono la metà delle transazioni digitali mondiali. Nel “Fintech 100”, una classifica redatta da H2 Venture e Kpmg sulle società finanziarie e tecnologiche più innovative, su 5 compagnie nei primi posti 4 sono cinesi. La numero uno è Ant Financial, meglio nota come Alipay, la piattaforma di pagamento online lanciata nel 2004 in Cina da Alibaba Group e il suo fondatore Jack Ma: è stata valutata 60 miliardi di dollari, quanto Ubs, la più grande banca svizzera. A seguire la Cina nel mercato della finanza digitale ci sono gli USA, tanto da far parlare di un asse “Fintech” Cina USA mentre l’Europa, concentrata sul Quantitative easing ed i salvataggi delle banche, rischia di essere una semplice spettatrice delle evoluzioni del mercato finanziario futuro.
L’Italia? Gli italiani, storicamente attaccati al contante per diverse ragioni, sembrano ora utilizzare sempre più gli strumenti digitali e le carte, segnando un aumento di tale uso maggiore della media europea, ma il terreno da recuperare rispetto a molti paesi europei è ancora tanto. Il Lussemburgo, per vocazione economica principale, ha grande interesse a non perdere questa opportunità di divenire centro finanziario importante anche per la cashless society e dal 2012 al 2015 le società finanziarie fintech che hanno costruito qui la loro base sono triplicate. Qualche dubbio resta per i problemi di sicurezza e tutela della privacy legate a queste applicazioni, ma ormai la strada sembra segnata e, per dirla con Ligabue “il meglio deve ancora venire”.
Gianluca Poscente
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