“Rizzo si sentiva inquieto: il mattino avevano consentito ai reclusi di assistere a un’eclissi nel cortile del penitenziario e quel buio improvviso gli aveva gelato l’anima, sebbene spirasse una brezza calda e piacevole”.
Questa breve frase, tratta dal racconto Nelle scarpe dell’altro, di Ivan Gallo, vincitore della V edizione del Premio Goliarda Sapienza-Racconti dal Carcere, ci risuona nella testa perché è un po’ quello che abbiamo provato noi, che per la prima volta varcavamo il cancello di un carcere, entrando nella rotonda di Regina Coeli per assistere alla cerimonia di premiazione. Lasciavamo fuori un tiepido sole quasi primaverile, pur essendo già il 16 novembre, e mentre attraversavamo i corridoi dalle mura di un bianco abbagliante cui faceva da contrasto il nero pesante delle inferriate, ci sembrava di sentire freddo. Sembrava…
In realtà, immediatamente dopo, un grande calore umano si è diffuso nell’aria e tra gli invitati, le autorità, il personale, gli autori, i tutor, i parenti, gli organizzatori, tutti. La manifestazione si è aperta con l’introduzione della curatrice del Premio Antonella Bolelli Ferrara, vera anima di questa iniziativa, e della “valletta per un giorno” Serena Dandini che ha affermato che “la scrittura è libertà ed è per questo che noi ci troviamo qua nonostante tutto” ed ha invitato ad osservare un minuto di silenzio per ricordare la tragedia di Parigi. Calore umano e solidarietà, vera.
20 finalisti nella sezione “Adulti”, 5 finalisti nella sezione “Minori e Giovani adulti” su un gran numero di elaborati pervenuti e la giuria, formata da Elio Pecora, Silvia Calandrelli, Ruben De Luca, Andrea Di Consoli, Paolo Fallai, Daria Galateria, Giordano Bruno Guerri e Angelo Maria Pellegrino, ha faticato non poco per formulare la classifica definitiva.
“Questo non è un premio letterario carcerario – ha affermato Andrea Purgatori, tutor di Stefano Lemma secondo classificato con il racconto Giulia, – è un premio letterario punto!”
“In nome del popolo italiano, condanno Santo Cuscunà alla pena dell’ergastolo” inizia così il racconto terzo classificato Diario di una lunga morte di Biagio Crisafulli, tutor Luca Argentero. E il tema dell’ergastolo è stato a più voci ripreso dagli autori sul palco e anche il tutor Erri De Luca ha affermato che “l’ergastolo ostativo è aberrante”.
C’è chi scrive per sfogarsi, chi per sentirsi libero, chi per dare voce alle proprie emozioni, chi per non sentirsi solo, chi perché è proprio “uno scrittore”. Non può dirsi altro, se non che si tratta di uno Scrittore con la S maiuscola di “Unknown” che con il racconto Double Face ha doppiato il premio dello scorso anno, peraltro casualmente con lo stesso tutor Alessandro D’Alatri.
“Ho lasciato tutti per non essere più lasciato da qualcuno” scrive “Giulio” nel racconto Vivo o morto, secondo classificato nella sezione minori, che racconta cosa significa lasciare l’Africa su un barcone e cercare di ricostruire un mondo di affetti. Quello stesso mondo, drammaticamente duro, raccontato dal terzo classificato “Coccinella” in La mia strada: “avevo solo quattordici anni quando la mia vita cambiò in un attimo. Tutto cominciò quando, un giorno vidi mio padre che stava bastonando mia madre. Si accorse di me, mi si buttò addosso e cominciò a picchiare anche me”.
Ha pianto quasi a dirotto, al momento della proclamazione, Ivan Gallo, faccia pulita da bravo ragazzo, il vincitore assoluto della sezione” Adulti” tanto da non riuscire quasi a parlare. Ha parlato per lui la sua penna e la sua emozione, che è stata anche la nostra, e alla quale non si doveva davvero aggiungere altro.
Tutti i racconti finalisti sono stati raccolti e pubblicati nel libro All’inferno fa freddo, edito da RaiEri distribuito in libreria e ricordiamo la nuova sezione “I CORTI DEL PREMIO GOLIARDA SAPIENZA” voluto da Rai Fiction che prevede la realizzazione di un “corto” tratto da uno dei racconti finalisti.
Gilda Luzzi