L'albero della vita. Foto:  © Gilda Luzzi
L’albero della Vita. Foto:
© Gilda Luzzi

“Palazzo Italia e l’Albero della Vita diventeranno un pezzo di storia dell’Italia, sono ricordi dell’Expo che vogliamo tenere e sono un tutt’uno: noi nel padiglione iniziamo la narrazione del Paese che ha il suo grande finale nell’albero. Le due cose non possono vivere separate”, ha dichiarato con soddisfazione il commissario generale di Padiglione Italia, Diana Bracco.

Così, mentre l’Expo chiude i battenti, con un bilancio positivo che è andato oltre le più rosee aspettative, tutti coloro che non sono riusciti a visitare l’area dedicata alle eccellenze italiane potranno farlo nella primavera del 2016.

Maestosità e raffinatezza. Innovazione e tradizione. Passato e futuro. Tutto questo è Palazzo Italia, la casa dell’identità italiana, lo spazio dove crescono giovani talenti capaci di rinnovare il concetto di eccellenza italiana, combinando tradizione con approcci originali, per ridare prestigio all’orgoglio italiano. Concepito come un albero-foresta energicamente sostenibile, per riprendere il tema dell’Albero della Vita che lo affianca al termine del Cardo, la via dell’Expo dedicata alle eccellenze italiane, il Palazzo, ideato dal direttore artistico Marco Balich è caratterizzato da un rivestimento esterno capace di catturare gli inquinanti dell’aria e trasformarli in sali inerti e rappresenta una vera e propria esaltazione delle energie vitali dell’Italia: la potenza del saper fare,  la potenza della bellezza, la potenza del limite, la potenza del futuro. .

Nel lungo percorso espositivo il visitatore viene catapultato in una realtà familiare che a volte, nella frenetica vita di tutti i giorni, viene dimenticata. Si parte da un corridoio con 21 schermi in cui si ricordano e riscoprono i grandi disastri ambientali dalla tragedia del Vajont al terremoto de L’Aquila, in una carrellata di immagini drammatiche da cui è importante ripartire per non sbagliare di nuovo. E poi nel fantasmagorico splendore della stanza degli specchi in cui il visitatore si trova proiettato sul pavimento, sul soffitto, sulle pareti proprio dentro le bellezze naturalistiche dei meravigliosi scorci montani, marinari, cittadini, campagnoli diventando protagonista della sua bella Italia.

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Da qui non si vorrebbe proprio mai uscire. Ma subito dopo si resta affascinati da altre bellezze del nostro Paese, quelle architettoniche, mentre nell’ultima stanza si vive una incredibile esperienza sensoriale con le immagine caleidoscopiche degli interni degli edifici storici accompagnate da musiche techno moderne. Il passato e il presente dicevamo…

Poi c’è la bellezza che rinasce tra rovine che ricordano il terremoto umbro del 1997 e le drammatiche immagini del terremoto di Assisi ma anche quelle della sua straordinaria ricostruzione, insieme alle storie di persone normali che hanno saputo trasformare gli ostacoli in idee innovative e sostenibili. E ancora la biodiversità del territorio italiano, testimoniata da un meraviglioso percorso di piante scelte da ogni regione come simbolo della propria storia. E poi tanto altro ancora, la struttura architettonica imponente, l’area riservata alle scuole, il percorso al buio nato dalla collaborazione con l’Istituto dei Ciechi di Milano.

L’Expo chiude i battenti. Resta la grande esperienza di condivisione, di emozioni, di profumi, di colori, di ritmi e musiche universali che hanno accompagnato i visitatori. Ma resta anche, e soprattutto, l’orgoglio italiano di aver realizzato un modello organizzativo efficiente, da riproporre in futuro per altre grandi sfide vincenti.

Gilda Luzzi

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