Pacificamente rivoluzionario, dedito al lavoro con coscienza, animato da forte attivismo: così Dario Vassallo, nel tardo pomeriggio di sabato 11 ottobre, presso Culturando ed insieme all’Associazione Regionale Campani “Angelo Vassallo” che dal 1973 opera in Lussemburgo, ha descritto a noi italiani che viviamo nel Granducato, la personalità di suo fratello Angelo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, ucciso tra la notte del 5 e 6 settembre del 2010.
Dario ha preferito non solo ricordare suo fratello semplicemente come vittima di una realtà difficile e forte, quale può essere quella della provincia, ma anche e soprattutto per tutto quello che era riuscito a fare nel bel mezzo di una realtà di quel tipo, dove, a volte, le barriere ed i limiti contro cui combattere sono così radicati da rendere anche la più facile delle attività, un’impresa ardua da compiere. Dario ha spiegato di aver deciso di scrivere un libro che mantenesse il ricordo di suo fratello e che, soprattutto, testimoniasse alcune verità, nel momento in cui, lungo il percorso delle indagini, si è pensato di intraprendere la pista passionale. Ipotesi per cui probabilmente non necessitava spendere del tempo, essendo più verosimilmente altre le ragioni che hanno portato ad un gesto di quel tipo, troncando definitivamente la carriera politica di un uomo che forse iniziava ad essere un po’ troppo scomodo sul territorio dove operava.
Il libro è intitolato “Il sindaco pescatore” (Mondadori, 2011) perché così era conosciuto da tutti Angelo Vassallo, pescatore che decise di scendere dai suoi pescherecci per fare la rivoluzione attraverso la cultura. Il sindaco ha lasciato molte opere che sono ancora il motore economico del territorio dove viveva e lavorava: cinque vele da Legambiente per il mare pulito a cui lui tanto teneva, la sede dell’Osservatorio della Dieta mediterranea con riconoscimento dell’Unesco, il modello di “cittàslow” per le prelibatezze enogastronomiche, esportato fino alla Cina, il progetto di isola pedonale realizzato con l’utilizzo dei fondi europei, molti dei quali, in altre parti d’Italia, rimangono quasi completamente inutilizzati, nonostante il territorio ne abbia bisogno.
Dario ha presentato suo fratello ed il suo operato come modello di sviluppo capace di rendere bello un paese disgregato e di rendere la politica a servizio di tutti e non di pochi, “consapevole della scarsità – usando le sue parole – della politica che attualmente ci governa”.
Il fratello del sindaco ucciso che è un dermatologo affermato, ha dichiarato di non preoccuparsi del fatto di rubare del tempo alla sua professione di medico, perchè viaggiando in Italia ed oltre i confini nazionali, incontra quella gente, spesso una minoranza, che vuole fare politica positivamente ed onestamente.
Lesue parole sono accompagnate da attività concrete portate avanti dalla Fondazione Angelo Vassallo – Sindaco Pescatore, incentrata prevalentemente sui temi legati a territorio, ambiente e legalità. L’incontro si è concluso con un acceso dibattito a testimonianza del fatto che la storia di Angelo Vassallo ha suscitato un vivo interesse nel pubblico, oltre che una forte riflessione sui temi più delicati che riguardano l’Italia, perché, come ha ben concluso Dario: “Quando si uccide un sindaco, si uccide lo Stato”.
Federica Matalone