Nel 1954 vennero posate le prime “pietre” per la nascita della missione cattolica italiana a Saarbrücken. Il 27 e 28 settembre 2014, la comunità Italiana nel Saarland (regione tedesca alla quale appartiene Saarbrücken) ha festeggiato i suoi primi 60 anni, assieme a qualche protagonista dell’epoca, con i figli, nipoti e pronipoti nonché con i nuovi membri, appena entrati nella comunità.

Due giorni carichi di festeggiamenti ed emozioni. Sabato si è tenuta la messa delle comunità di madrelingua della Diocesi di Trier: una messa internazionale in ben 11 lingue: latino, tedesco, inglese, italiano, croato, polacco, spagnolo, francese, sloveno, ucraino e vietnamita si sono alternate con tale semplicità e tranquillità sottolineando il messaggio fondamentale del cattolicesimo: essere comunità. Un’emozione che non ha lasciato insensibili i diversi parroci e le comunità presenti. Il tutto coordinato dal decano vescovile  don Benedikt Welter e don Paolo Santoru. Nelle introduzioni di Renato Barachino (presidente del Consiglio Pastorale) e Francesco Caglioti (delegato diocesano per le comunità di madrelingua) era evidente l’emozione, la soddisfazione e la certezza di essere una vera comunità cristiana.

missione

Domenica, in aggiunta al festeggiamento dei 60 anni assieme alla comunità tedesca di St. Paulus, il decano Monsignor Franz Josef Gebert, ha preparato un regalo speciale: la comunità italiana ha potuto bissare la gioia con l’accoglienza dei nuovi cresimandi che l’arricchiscono di nuova linfa.

Entrambi i giorni collaboratori e volontari della Missione hanno offerto un ricco pranzo, animazione musicale e, la domenica, anche una tombola  di beneficenza realizzata grazie al supporto di enti commerciali e privati.

I partecipanti hanno avuto modo di percorrere i 60 anni di storia, sia attraverso una mostra fotografica che un filmato che ha percorso i tratti salienti e ricordato i capisaldi della missione.

Giovani e anziani channo gioito insieme per tutto quello che hanno potuto vivere grazie all’esistenza della Missione e al lavoro di coloro che in prima linea l’hanno portata avanti. Una solida base per i prossimi 60 anni.

 

Elisa Cutullè

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