Nell’epoca dei social network, siamo tutti degli opinionisti. E’ quello che accade per qualsiasi cosa. Le barriere non esistono piú e ognuno dietro allo schermo del pc o del cellulare si sente in grado di poter criticare qualsiasi cosa: la politica, il calcio, un evento culturale. Come se fossimo tutti degli esperti di settore. È quello che è successo con La Grande bellezza.

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Finalmente abbiamo vinto un Oscar, come miglior film straniero. Per celebrarlo, Mediaset ha deciso di mandare in onda il film (ieri, 5/03/2014, ndr). Ora, vivendo in Lussemburgo, Mediaset non riesco a vederla, ma mi è bastato un giro sui social per capire la portata della cosa: ognuno esprimeva il suo giudizio. Chi si lamentava domandando come fosse stato possibile vincere un Oscar con un film del genere, chi rimaneva disgustato e chi citava alcune frasi dei protagonisti.

Il film io l’ho visto in Italia, con mio padre, durante le vancanze di Natale. Non sono uan critica, ne voglio esserlo ma ció che mi ha lasciato è stata una sensazione d’immensità: Roma, così bella come non mai, Tony Servillo e perfino Sabrina Ferilli bravissimi come non avrei mai detto. Per me La Grand bellezza è un film da Oscar: d’altronde gli Oscar non premiano la commedia dell’anno o il film romantico. Premiamo film che toccano il cuore, con dettagli fotografici o sceneggiature particolari. In questo caso hanno premiato l’Italia, un’Italia autocritica in grado di vedere i propri difetti. 

Forse è proprio per questo che sui social siamo tutti bravi a parlare: meglio criticare e condividere con altre persone le proprie opinione piuttosto che restare ammutoliti a rilfettere su quanto ci sia di vero in questo film.

Valentina Agostini

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