Lo scorso mercoledì 6 febbraio 2013, presso la Maison Du Peuple di Esch-sur-Alzette, il circolo PD Lussemburgo ha invitato Sergio Cofferati, eurodeputato europeo, al dibattito “Con il PD per un’Europa più federale e solidale” per sostenere i candidati del PD Roberto Serra e Francesco Cerasani.
Sergio Cofferati, da ex segretario della CGIL, cosa pensa delle feroci critiche rivolte da alcuni partiti al mondo sindacale?
Questi attacchi non sono solo ingiustificati, sono proprio ridicoli. In una società complessa come la società moderna, i sindacati sono luoghi di rappresentanza per la società civile. Sono soggetti che esercitano con grande vantaggio questa loro prerogativa. Questo vale anche per i partiti politici, non solo per i sindacati.
È auspicabile la creazione di un sindacato europeo?
Sì è auspicabile, per uscire dalle secche della fase attuale dove la confederazione è sostanzialmente la somma dei sindacati nazionali. Bisognerà adoperarsi alla costruzione di un vero sindacato europeo, capace di considerare i problemi del mondo del lavoro a livello europeo. Chiaramente, questo presuppone che ogni sindacato nazionale ceda un po’ del suo potere contrattuale; alcune materie fra le più delicate dovranno essere spostate sul piano europeo, ad esempio le negoziazioni dei contratti nazionali per le aziende, oppure dei contratti di categoria.
Di quali strumenti dispone un europarlamentare come lei per rilanciare il lavoro giovani?
Se la disoccupazione è un grande problema, quella dei giovani lo è ancora di più. Noi europarlamentari disponiamo dell’iniziativa legislativa, il nostro lavoro consiste nell’elaborare le leggi che riteniamo utili per il futuro. Per dare maggiore continuità e forza alla nostra azione, dobbiamo cercare di migliorare sempre di più i rapporti tra l’Europarlamento ed i Commissari europei. Gli europarlamentari devono sensibilizzare maggiormente la Commissione attorno a certi problemi centrali e sollecitare questo interlocutore istituzionale, proponendo temi e spiegando meglio temi puntuali.
L’eurodeputato Cofferati può ancora permettersi di pensare come lo faceva lo «sceriffo » Cofferati, ai suoi tempi da sindaco legalista di Bologna?
Certo che continuo a puntare sul rispetto della legalità, anche se non sono più sindaco di Bologna!
La legalità rappresenta lo strumento di difesa per i deboli, anzi per i più deboli. Garantire la sicurezza in un quartiere di una qualsiasi città è importante per tutti i cittadini. Ho visto troppe volte gli anziani rinunciare ad uscire dalla propria abitazione per paura. Naturalmente, le proprie azioni vanno spiegate all’opinione pubblica ed ai cittadini. Ricordo un episodio che fece scalpore a Bologna e anche a livello nazionale, quando decisi di fare abbattere le baracche di clandestini extracomunitari del Parco Lungo Reno. Sia ben chiaro, questa misura non aveva come fine di cacciare delle persone disagiate, bensì di spostarle in strutture stabili e sicure, perché le baracche si trovavano in una zona a forte rischio di inondazione. Questo dimostra che fare rispettare la legge può essere un momento di solidarietà e alla fine i cittadini bolognesi lo capirono.
Remo Ceccarelli