La grande cantante italiana sarà in concerto domenica 29 aprile al GALAXIE di Amnéville (Francia), a pochi chilometri da Lussemburgo. Per l’occasione abbiamo chiesto a Dario Salvatori, illustre collega e grande critico musicale, di parlarci di lei.
Laura Pausini è ancora sconvolta per la tragedia di Reggio Calabria, che è costata la vita a Matteo Armellini, il tecnico trentunenne che da anni lavorava con la cantante romagnola. Quell’incidente del 5 marzo scorso ha prevedibilmente causato lo stop al grandioso tour europeo della cantante, ma di fatto ha posto l’attenzione sulle sicurezza dei palchi, dell’allestimento dei grandi concerti, facendo scaturire una severa riflessione su tutto il mondo del back-stage. “Matteo era un tecnico esperto, un ragazzo giovane, forte, riservato e gentile – ha dichiarato la Pausini – sempre attento a far si che il suo e il nostro lavoro fosse il migliore.” Ora il tour è ripartito e sia pure con il dolore nel cuore, tutto l’entourage della cantante è nuovamente all’opera.Certo, non sarà semplice dimenticare un lutto del genere, soprattutto in considerazione dell’orribile coincidenza con lo staff di Jovanotti, che qualche mese fa ha visto un altro giovane tecnico del palco perdere la vita in un incidente molto simile.
Apprezzabile lo stile della Pausini, che ha deciso di aprire i suoi concerti in silenzio, al buio, senza tante parole, coinvolgendo il pubblico in un omaggio accorato, sentito, evitando lungaggini ufficiali sul palco, che a questo punto rischierebbero di apparire sterili. Ora per Laura Pausini si tratta di mantenere quelle posizioni di vertice che da anni ottiene in tutta Europa e che una massacrante serie di concerti come quelli in corso certamente confermerà.
Ma Laura Pausini è da anni una cantante “americana”, grazie ai suoi lunghi soggiorni negli Stati Uniti. Una cantante che negli States è considerata “latina”, una definizione stretta, artisticamente angusta, utile per la scalata nelle hit parade oltre oceano. Infatti, se in questi anni il suo stile canoro non è così cambiato, è fortemente mutato il suo live show, il suo modo di stare sul palco, oggi sempre più vicino a quello delle grandi star internazionali. Dal punto di vista canoro le sue origini e la sua impostazione sono fuori discussione, ma lo show rincorre i modelli americani, da Madonna a Beyonce, dalla sfortunata Whitney Houston a Mariah Carey, tanto per citare i suoi principali modelli di riferimento di questi anni(alcuni lo sono dall’inizio della carriera). “I cantanti della mia generazione passano troppo tempo in sala di registrazione e sempre meno sul palco”, ha dichiarato recentemente la cantante, riferendosi probabilmente a chi – e non sono in pochi – vede nell’artificio e nell’elaborazione tecnica il segreto di questo mestiere. Lei al contrario, pur sostenendo la tecnologia (che nei suoi spettacoli è molto presente), cerca di tenersi lontana da inutili sofisticherie. E non sbaglia, visto il suo prolungato successo.
La Pausini è forse l’unica performer da esportazione, un giusto equilibrio fra la cantabilità melodica italiana (che fortunatamente non ha mai smarrito) e la frenesia ritmica latina,magari non disgiunta da un’energia rock. Un autentico prototipo italiano.
CHI E’ DARIO SALVATORI
Giornalista, scrittore, conduttore radio-tv. Si occupa di musica dall’inizio degli anni Settanta, ha realizzato per la Rai numerose trasmissioni, partecipando a tutte quelle di Renzo Arbore, da “L’Altra domenica”(1976), “Quelli della notte”(1985) a “Meno siamo meglio stiamo”(2005). Ha pubblicato numerosi libri riguardar danti la musica e la cultura giovanile. In uscita una sua opera in dodici volumi presso Arcana dal titolo “Pop Story”, l’analisi della musica pop dall’inizio del Novecento ai nostri giorni.