Vive e lavora a Napoli dove svolge l’attività di fotogiornalista con particolare attenzione alla complessa realtà napoletana. Dal 1999 si dedica sempre di più all’attività di fotografo di scena lavorando su numerosi set, tra i quali i film: La kriptonite nella borsa di Ivan Cotroneo, Benvenuti al Sud di Luca Miniero, Passione di John Turturro.
Quest’anno ha fatto parte della Jury Cinéma che, sotto la presidenza del produttore lussemburghese Nicolas Steil, attribuirà L’Amilcar du Cinéma ad uno tra i seguenti film: Cinque, Cose dell’altro mondo, Maledimiele, Là-bas, Maternity Blues, Sette opere di misericordia, Senza arte né parte.
PassaParola lo ha incontrato.
E’ stata la prima volta che hai fatto parte di una giuria cinematografica? Puoi raccontarci quest’esperienza a Villerupt?
E’ la prima volta che sono chiamato a far parte di una giuria di un premio cinematografico, la cosa ovviamente mi ha onorato, anche se mi sono sentito immediatamente molto resposabilizzato dal ruolo.
Devo dire che la fatica di dover vedere (e con attenzione) ben sette film in appena 48 ore divisi su tre giorni è stata alleviata dalla conoscenza e dallo spirtito collabotativo e di amicizia che si è immediatamente sviluppato con gli altri tre membri della giuria (Antonia Paolini, Nicolas Steil e Patrick Nebour). Tutto ciò ci ha portato a condividere le nostre opinioni e a giungere ad una deliberazione serena e unanime del film vincitore.
Com’è il cinema italiano visto dagli occhi di un fotografo?
Come fotografo di scena ho partecipato a numerosi set, e quindi collaborato con tanti registi e professionisti del cinema italiano. A volte questi incontri sono altamente stimolanti e mi aiutano a creare immagini, altre volte diciamo che l’incontro è meno fortunato. Posso dire che il cinema italiano è composto di molte luci e molte ombre sul piano artistico, ma è svolto sempre con molta passione e professionalità. Probabilmente quello oggi manca al cinema italiano sono delle buone sceneggiature.
Sei stato sul set di tantissimi film. Ci racconti un aneddoto?
Una delle ultime scene girate per “Passione” era dedicata alla canzone Caruso interpretata nel film dall’autore Lucio Dalla. Le riprese si sono svolte nell’incantevole location di Castel dell’Ovo a Napoli, a pochi metri dal mare e in una splendida luce al tramonto. Stranamente, queste immagini non sono state montate nel film e, di fatto, l’unica testimonianza di quelle riprese sono le mie foto pubblicate poi su un opuscolo edito dalla Film Commission Regione Campania.
Paola Cairo