Fischi dell’Ariston alla lettura della top five. Standing ovation e lacrime per Giorgia alla consegna del premio Tim
Il Festival senza sussulti, senza scandali, senza polemiche, senza infamia e senza lode, si è improvvisamente movimentato alla lettura della classifica finale per determinare la top five. Era quello che serviva anche a noi che abbiamo seguito con un po’ di torpore l’ultima serata di un Festival che non ha avuto, bisogna dichiararlo, grandi picchi che potrebbero restare memorabili nella storia di questa manifestazione.
Ma tuttavia, proprio quando il sonno ci stava assalendo e a mani basse aspettavamo solo di sentire il nome di Giorgia pronunciato dal bravo presentatore quasi fosse una pura formalità, è successo il sussulto che non ti aspetti e che ha fatto ballare l’Ariston molto più del tormentone di Gabry Ponte.
Giorgia, reduce da una performance da far tremar le vene e i polsi, resta fuori dalla top five, piazzandosi al 6 posto, con il disappunto manifesto e non celato non solo del pubblico ma anche di tutta l’orchestra. E Carlo Conti, il controllore di tutte le situazioni imbarazzanti e finanche delle emozioni sul palco, ha potuto fare ben poco, se non lasciare al pubblico di esprimere la propria opinione avversa rispetto al verdetto dei numeri. “Li lascio gridare” – ha detto, consapevole che quella manifestazione, anche rabbiosa, era coerente con quello che stava accadendo.
Il momento più bello ed emozionante della serata è stato proprio quando a Giorgia è stato consegnato il premio Tim e c’è stata l’acclamazione da parte del pubblico che le ha regalato l’ennesima standing ovation e tributato la vittoria che si meritava. Il suo pianto, spontaneo, incontrollabile e meravigliosamente vero è la fotografia più bella di tutto questo Festival. Dissenso del pubblico anche per il settimo posto di Achille Lauro.
Dalla cinquina, quasi fosse un dettaglio secondario, formata da Brunori sas, Lucio Corsi, Simone Cristicchi, Fedez e Olly, è risultato vincitore Olly (fortemente sostenuto dal Televoto). Secondo classificato Lucio Corsi, la vera rivelazione del Festival. Terzo classificato Brunori sas, quarto un sopravvalutato Fedez, quinto Simone Cristicchi.
Il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo è andato a L’Albero delle noci di Brunori sas, il premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale a Quando sarai piccola di Simone Cristicchi. Il Premio della critica Mia Martini a Volevo essere un duro di Lucio Corsi, il premio Sala Stampa Lucio Dalla a Quando sarai piccola di Simone Cristicchi.
Gilda Luzzi