Nell’ottantunesimo anniversario delle eroiche giornate di resistenza partenopea spicca la figura di Maddalena (“Lena”) Cerasuolo – “na femmene ddo quartiere Stella”

L’Anpi ricorda e celebra, a 81 anni di distanza, il coraggio d’un folto gruppo di  partenopei che, nei giorni che seguirono l’armistizio  liberarono la città. Quest’anno spicca la figura popolare ed eroica di Maddalena Cerasuolo di cui un comitato reclama la medaglia d’oro.

Nata a Napoli il 2 febbraio 1920, deceduta a Napoli il 23 ottobre 1999, operaia, Medaglia di bronzo al valor militare, Lenuccia, come veniva chiamata in famiglia, è stata una delle tante donne protagoniste delle “Quattro giornate di Napoli” che, dopo la Liberazione, sono valse alla Città la Medaglia d’oro al valor militare. Nei giorni della rivolta contro i nazifascisti, che cominciò il 28 settembre 1943 e si concluse vittoriosamente il 30 settembre, caddero in combattimento 168 patrioti (tra i quali il dodicenne Gennaro Capuozzo), 162 furono i feriti, 140 le vittime civili. Gli Alleati arrivarono nel capoluogo partenopeo il primo ottobre. La Cerasuolo si distinse, mentre si sparava contro i nazifascisti a Capodimonte, Foria e Chiaia, negli scontri a Materdei, per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica. La motivazione della medaglia al valore concessa alla giovane operaia ricorda che “dopo aver fatto da parlamentare dei partigiani con i tedeschi al Vico delle Trone, si distinse molto nel combattimento che ne seguì. Nella stessa giornata coraggiosamente partecipò anche allo scontro in difesa del Ponte della Sanità, al fianco del padre, con i partigiani dei rioni Materdei e Stella “Protagonista delle Quattro Giornate di Napoli”.

La comandante partigiana Maddalena “Lena” Cerasuolo, protagonista delle gloriose Quattro Giornate di Napoli che liberarono la città dalle orde nazifasciste, dev’essere insignita della Medaglia d’Oro al valor militare, provvedendo alla immediata sostituzione della medaglia di bronzo conferitale dal generale Usa Montgomery a Palazzo Reale all’indomani della Liberazione del capoluogo campano. La medaglia di bronzo conferita all’epoca a Lena per esaltare gli atti di eroismo militare dalle forze alleate, segnalando come degni di pubblico onore gli autori di essi e suscitando, ad un tempo, lo spirito di emulazione negli appartenenti alle forze militari, è assolutamente ingiusto e insufficiente a tracciare l’impresa della partigiana napoletana.

Per chi volesse saperne di più, consigliamo la lettura del libro “La storia di mamma. Storia della partigiana Maddalena Cerasuolo” di Gaetana Morgese (Marotta & Cafiero editore)

Marcello Magliulo

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