Intitolare un articolo con un termine in dialetto siciliano può sembrare eccessivo, ma non lo è se la mostra in questione è ” Dal cuore alle mani”, a Palazzo Reale a Milano fino al 31 luglio, l’ evento creato da Dolce e Gabbana

Questa mostra è “la mostra” Domenico Dolce e Stefano Gabbana, perché riassume le loro qualità, le loro emozioni, la loro continua e costante ricerca del bello. La citazione di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”, in questo caso, cade a pennello. È una mostra incantevole, che unisce e fonde l’ arte pittorica con quella sartoriale. Una passione sconfinata per il bello, l’ armonia, il colore e la perfezione. I due stilisti hanno raccontato il loro percorso stilistico attraverso dieci stanze nelle quali prende vita la loro creatività.

Nella prima stanza sembra di essere in una galleria d’arte: infatti ci sono quadri della ex top model Anh Duong, ora diventata pittrice, che si ritrae in varie situazioni e in posti diversi, con abiti della collezione dei due stilisti.

Nella seconda sala, la delicatezza dei vetri di Murano nella “danza” dei lampadari finemente colorati e luminosi, si specchia nella preziosità dei vestiti e degli accessori: ricami di vetro luccicanti che rendono gli abiti dei gioielli.
La terza sala celebra “Il Gattopardo” e quest’ opera riflette pienamente il loro modo di essere: emerge, infatti, la loro mediterraneità, Il loro essere siciliani ( anche Stefano Gabbana si riconosce in questo, pur essendo milanese). Il Principe di Salina rappresenta l’ anello di congiunzione tra il vecchio e il nuovo, tra il presente e il futuro e così sono le loro creazioni, proposte in una scenografia che riprende le scene del film, che vanno dal nero delle donne siciliane all’ elegante abito di Angelica, decorato con i leopardi.

Da lì si passa all’ alta gioielleria, dove sono esposti gioielli preziosissimi dal design moderno e un mantello regale tra abiti da donna dorati con le donne – manichini completamente coperte sulla testa da un velo nero, come nelle cerimonie siciliane del passato.

Sì arriva poi nella stanza che è il fulcro della produzione dei due stilisti: la sartoria. È qui che le idee e l’ amore per il “fare” danno corpo alle loro emozioni e sensazioni attraverso la manifattura, come riassume perfettamente il titolo della mostra: “Dal cuore alle mani”.

La successiva stanza è un tripudio di bellezza: c’è la bellezza nella bellezza. È come essere in un museo: infatti viene riprodotta la Galleria Farnese di Roma con il ciclo di affreschi di Annibale Carracci e altre opere di musei diversi. L’ abito si fa quadro, perché riproduce opere famose come, ad esempio, ” Il ritratto di musico” di Leonardo o “L’ Annunciazione” di Botticelli. C’è una ricercatezza estrema, armoniosa e raffinata dei tessuti e dell’ elaborazione. Dolce e Gabbana, qui, hanno superato se stessi.

Nella sala seguente emerge anche qui la loro ” sicilianità” – vera e acquisita – , che si portano dentro nonostante abbiano girato il mondo e si siano fermati a Milano (città di appartenenza di Stefano e di adozione di Domenico). Questa stanza è una gioia per gli occhi e per l’ anima, perché il colore caldo della Sicilia – il giallo, il rosso e l’ arancione – diventa prorompente. Infatti ci sono le ceramiche che hanno reso famosa la Sicilia in tutto il mondo e, al centro della stanza, c’è il carretto siciliano, simbolo di questa regione. Tre maestri artigiani hanno realizzato il carretto, le pareti e i pavimenti della stanza e gli stilisti hanno decorato oggetti di uso quotidiano e abiti della tradizione siciliana.

Sì prosegue con il ” barocco bianco”, ossia una decorazione di stucchi in auge tra il ‘600 e il ‘700 in Sicilia. E qui gli abiti si trasformano in sculture con angeli, amorini, che diventano le spalle delle giacche o fiori che arricchiscono abiti sontuosi.

Il ” viaggio” prosegue nella stanza del mito, ossia nella stanza dove è stato riprodotto il Tempio della Concordia ad Agrigento con gli dei, mentre nella stanza successiva, D&G si sono ispirati al divino, ossia ai mosaici del Duomo di Monreale e alla basilica di San Marco a Venezia. L’ oro sfavillante degli abiti si ritrova nello sfavillio degli occhi di chi guarda.

L’ ultima sala è un omaggio all’ opera lirica, molto amata dai due stilisti che, non a caso, aprono sempre le loro sfilate con un brano della ” Cavalleria Rusticana” di Mascagni. Viene riprodotta una sezione di un teatro con abiti che si ispirano a varie opere liriche come ad esempio, “Aida”, con abitanti regali, impreziositi da paillettes e varie decorazioni, o il ” Don Carlo” che viene rappresentato con un mantello in velluto riccamente decorato. La musica come specchio dell’ anima.

L’ ultimo abito che conclude la mostra, in pizzo dorato e gioielli in filigrana dorata, è un omaggio alla Madonnina e un grazie alla città che li ha accolti e resi famosi. Questa mostra è come un Grand Tour alla scoperta del mondo di Dolce e Gabbana, un’ immersione nella creatività.

Anna Violante

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