Milano dà il benvenuto ad un pittore straordinario che, con la sua modernità, è stato d’esempio a numerosi pittori che si sono a lui ispirati: Goya, Monet, Cézanne. Questa icona dell’arte é El Greco, in mostra a Palazzo Reale fino all’11 febbraio 2024. La sua è stata una vita tormentata e girovaga
Nato a Creta, si è poi spostato a Venezia, quindi a Roma e a Parma, per approdare definitivamente a Toledo. El Greco, nei suoi “passaggi italiani” ha risentito delle influenze di Tiziano, Tintoretto, Correggio, che ha poi traslato nella sua pittura, nei colori, nelle figure, mantenendo le sue origini greco bizantine solo nella firma. El Greco è un pittore rivoluzionario, visionario e moderno, al di là dei tempi in cui vive. Le sue figure, silhouettes sinuose e, talvolta, sfuggenti, lasciano trasparire una sua inquietudine interiore. Nell’opera “ Sacra Famiglia con sant’Anna”, La Madonna ha un volto bellissimo, pieno di dolcezza verso il Figlio, ma anche attraversato da un velo di tristezza, come se presagisse la Sua fine.
Le figure sono lunghe, affusolate, eleganti. Invece, nel “Cristo agonizzante con Toledo sullo sfondo”, si nota la drammaticità del Cristo agonizzante, del suo corpo livido. L’inquietudine del mondo davanti alla morte di Cristo è rappresentata dal cielo nero di sfondo, senza una luce che rischiara le tenebre perchè la Luce, cioè Cristo, si sta spegnendo. Meravigliosi e surreali sono anche gli angeli, simili a guizzi. Altra opera spettacolare è la “Spoliazione” dove Gesù è come “rassegnato” al suo destino, con gli occhi rivolti al cielo e sereno, in mezzo ad una folla concitata. La pittura di El Greco è sempre fuori dai canoni tradizionali dell’epoca: è “viva”, riflette emozioni e suggestioni del pittore, che finiscono per “travolgere” chi la guarda. Un esempio è l’ “Incarnazione”, che è un’ Annunciazione particolare , mai vista prima. E’ come posta fuori dal tempo e dallo spazio, eterea. Maria vede l’Angelo quasi come in un sogno, attorniata da angeli festanti che suonano e cantano. Meravigliosa è anche l’ “Incoronazione della Vergine” dipinta in un ovale, come se l’evento fosse racchiuso in se stesso. Incantevole è “San Martino con il mendicante” uno dei quadri più noti. Bellissime le due figure, anch’esse slanciate, come lo è la sua pittura.
Il divario fra ricco e povero scompare nella leggerezza con la quale San Martino divide il suo mantello: non si mostra al di sopra del povero ma, anzi, ne condivide la sua situazione. La natura la fa sempre da padrona nei quadri di El Greco: anche nel “Martirio di san Sebastiano” , che irrompe con il suo fisico statuario e michelangiolesco in mezzo al verde del bosco.
La mostra si conclude in maniera spettacolare con il dipinto del “Laocoonte” – unico soggetto mitologico da lui rappresentato -, che esplode quasi dal quadro nella sua forza e nel suo contorsionismo. Anche qui il “bianco” è il colore dominante, che si staglia sul grigio dello sfondo. La grandezza di El Greco , a mio parere, è nell’aver precorso i tempi con la sua pittura geniale, con la quale ha sublimato le emozioni dell’uomo.
Anna Violante