Le cifre sono crude. Il trionfo degli smart e della stampa digitale ha molto compresso una delle attività più caratteristiche dei centri urbani italiani, quella degli edicolanti
Se in Belgio e in Lussemburgo non arrivano più da tempo le edizioni cartacee dei grandi giornali italiani, in Italia le edicole, i chioschi, si sono ridotti dappertutto. Solo che a Roma in pochi anni sono scomparsi più di 1/3 dei chioschi che punteggiavano i vari quartieri della Capitale. Il fenomeno ha toccato anche Genova, ma in misura minore. Come se i genovesi, attaccatissimi e orgogliosi della loro città, volessero mantenere a tutti i costi le loro edicole. Forse perché in una città proverbialmente riservata, forse la più “british” delle città italiane, adusa all’albionico “ never explain, never complain” le edicole rappresentano un prezioso luogo di dialogo, di socialità oltre che formare un insostituibile presidio territoriale.
Luogo dove incontrare persone vere con cui discutere di problemi reali uscendo dal cicaleccio intrattenuto sui social media dalle diverse solitudini dei loro fruitori. Ne è un esempio l’edicola di Giorgio e Lorella Marcaccini in via Bologna 1B r., nel quartiere di San Teodoro, una collina a due passi dal porto di Genova e dalle grandi navi crociera ormeggiate intorno alla Stazione marittima. Insostituibile luogo di convivialità in un quartiere dove abitano in prevalenza degli operatori portuali che il luogo di lavoro se lo vedono dall’alto della loro collina raccolto intorno alla Lanterna, il simbolo della città.
Carlo degli Abbati