A sei anni di distanza dalle ultime elezioni e dopo vari mesi di stallo e discussioni dall’elezione dei Com.It.Es (dicembre 2021), nel giugno 2023 si è svolta l’assemblea di insediamento del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), il massimo organo rappresentativo degli italiani nel mondo. Istituito con la legge 368/1989, esso ha poteri consultivi, propositivi, programmatici e ispettivi sui grandi temi delle comunità italiane nel mondo. Rieletto segretario generale il pugliese Michele Schiavone che vive in Svizzera da quando aveva 18 anni, punto di riferimento della numerosa comunità italiana che risiede nella comunità elvetica e di quanti –Associazioni, Patronati, Enti, ricercatori, testate giornalistiche all’estero – si confrontano quotidianamente con le difficolta oggettive legate al vivere “fuori d’Italia” ma anche la mancanza di vere opportunità per chi voglia rientrare. Lo sollecitiamo sui temi della rappresentanza (il Lussemburgo da qualche anno non ha più il suo consigliere all’interno del CGIE), delle nomine governative in seno al Consiglio  –  che quest’estate hanno suscitato molti malumori – e sulla comunicazione dell’organo che presiede, che spesso pecca di non essere conosciuto (cosi come i Comites) ne riconosciuto dalla nuova mobilità italiana, sempre più numerosa e in movimento

Michele Schiavone

Segretario, qual è il programma e quali gli obiettivi di questo organo rappresentativo per il prossimo quinquennio?

Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è stato bloccato per oltre un anno a conclusione delle elezioni paese nelle quali sono stati eletti 43 consiglieri, tra cui anche 9 donne. In realtà le attività in presenza del CGIE sono state congelate anni prima: nel 2019 si è diffusa la pandemia da COVID-19. L’attivismo delle Consigliere e dei Consiglieri, però, non è mai venuto meno perché oltre alle funzioni inderogabili di ordinaria amministrazione decise dall’avvocatura dello Stato, che ne ha condizionato le attività, siamo stati impegnati nei territori per rappresentare al meglio le istanze dei nostri connazionali. Lo stesso dicasi per l’invasione della Russia in Ucraina e la conseguente catena della solidarietà promossa assieme ai Comites, alle Associazioni, agli Enti e alle organizzazioni italiane all’estero.

Nella nuova consiliatura oltre a recuperare il tempo perso il CGIE sarà chiamato ad aggiornare e riformare le normative che interessano direttamente gli italiani all’estero, a maggior ragione nella nuova dimensione che ci vede obbligati a promuovere il rinnovamento dell’esistente, perché in maniera repentina il mondo e cambiato profondamente e in questa transizione sociale, ambientale, culturale e del mondo del lavoro servirà attrezzarsi per riconoscere i diritti di una cittadinanza attiva e consapevole a quasi 7 milioni di connazionali residenti fuori dai confini nazionali, tra i quali 37. 355 residenti in Lussemburgo. Servirà darsi una prospettiva ed un orizzonte in cui proiettare il futuro dei nostri connazionali.

Riuscirai a coordinare tutte le “voci” e, in particolare quegli enti, associazioni e sigle che non si sono mai occupate di rappresentare gli italiani all’estero ma che, per nomina governativa, sono state nominati nel DPCM del 23 marzo e, quindi, partecipano al CGIE?

Il CGIE è un organismo di rappresentanza, un’istituzione e come tale ha il compito di attuare le disposizioni per le quali è stato istituito e di utilizzare le proprie prerogative per realizzare i fini che attengono all’integrazione e all’emancipazione dei nostri connazionali all’estero. Certamente non è un organismo monolitico e dovrà tener in considerazione tutte le sensibilità interne purché partecipi e rispettose degli aspetti più elementari delle regole democratiche. Le presenze degli italiani all’estero nel globo riflettono storie e contaminazioni che hanno dei tratti comuni e che nelle diversità devono essere integrate in un comun destino, rappresentato dalle norme e dalla costituzione italiana.

Come verrà riequilibrata la rappresentanza, in particolare  quella dei piccoli Paesi (come il Lussemburgo, il cui ultimo consigliere fu Mario Tommasi, ndr) che non hanno da tempo il proprio consigliere in seno al CGIE? E come risolverete la situazione del Sudafrica, che non è più in alcun modo rappresentato?

La legge vigente è figlia di una fase storica legata alla spending rewiew, al contenimento della spesa pubblica, che ha snaturato la sostanza della rappresentanza riducendo il numero dei consiglieri da 94 a 63, causando la cancellazione di vari territori rappresentati nel Consiglio. Tra questi anche il Lussemburgo che con i suoi 37.355 cittadini iscritti all’AIRE è il primo paese sulla lista, prima del Sud Africa che ha 37.302 cittadini registrati, che non raggiunge il quorum della rappresentanza.
La questione del Sud Africa attiene in realtà l’intero continente africano, come anche altri paesi del Pacifico di nuove destinazione che dovrebbero essere rappresentati per rendere questo organismo catalizzatore di istanze e iniziative degli italiani nel mondo. Bisognerà lavorare ad una sua profonda revisione ed in particolare a rendere più presente l’italianità nel mondo nel discorso pubblico e nelle istituzioni italiane presenti nel Bel Paese. Ogni sforzo in questa direzione serve più all’Italia che agli italiani all’estero.

(Fonte: cgie.it)

Concretamente quali sono i poteri del Consiglio per portare nell’agenda governativa la questione degli italiani all’estero e, in particolare, la riforma del sistema di rappresentanza? (Partendo da Comites e CGIE?)

Il Consiglio Generale degli italiani all’estero ha a disposizione diversi strumenti di carattere legislativo, amministrativo e organizzativo per poter interagire con tutte le istituzioni italiane di ogni ordine e grado.

I poter riconosciutegli sono di carattere: Consultivo, Propositivo, Programmatorio Ispettivo. La legge 368/89 è stata lungimirante, tant’è che ha inciso direttamente e per la prima volta sulla modifica di tre articoli della costituzione italiana. E’ stata modificata due volte per motivi contingenti alla finanza pubblica ma mantiene nel suo spirito il senso completo votato all’estensione della rappresentanza reale dei cittadini italiani nella piena applicazione degli articoli 3 e 35 della stessa costituzione.

Quale sarà il modo di comunicare del CGIE?

La comunicazione rappresenta l’alfa e l’omega di ogni istituzione e serve non solo ad informare ma a far conoscere nel più ampio senso del termine il portato di questo organismo che agisce da cerniera tra la rappresentanza dei territori dove vivono le nostre comunità, ovvero i Com.It.Es., e le istituzioni legislative rappresentate a forma piramidale nel nostro ordinamento statuale.

Il CGIE in questo periodo dispone di un portale telematico: cgieonline.it, di una pagina facebook e you tube. Questi strumenti vanno implementati e perciò ci doteremo di un ufficio stampa affidato a giornalisti professionisti, che oltre a interloquire con le testate giornalistiche svilupperanno ulteriori strumenti di comunicazione quali podcast e collegamenti con radio e televisioni italiane nel mondo.

Cosa ti auguri personalmente per questo nuovo mandato?

Oggi purtroppo non è più possibile sognare perché l’immediatezza per raggiungere i risultati e le aspettative prendono il sopravvento sulla naturalezza. Il futuro oggi non lo si può guardare con le lenti del passato, ma nonostante tutto sarebbe auspicabile che le tante agognate riforme della rappresentanza, della partecipazione al voto, dell’equiparazione fiscale e della normale fruizione dei servizi erogati dalla rete consolare italiana e tra questi: l’apprendimento della lingua italiana per gli alunni italiani; l’agevolazione delle iscrizioni universitarie negli atenei italiani degli studenti italiani residenti all’estero; la costituzione di reti di ricercatori italiani all’estero con i colleghi residenti nel Bel Paesi; l’emissione a vista dei documenti da parte dei consolati italiani; l’agevolazione dei connazionali che rientrano in Italia in ambito sanitario; l’inserimento nel mondo del lavoro di chi rientra definitivamente in Italia, siano finalmente realizzate.

Intervista raccolta da Paola Cairo (Foto cover: www.notizie.tiscali.it)

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