Un film che affronta il tema dell’abuso sui minori senza peccare di retorica. Una pellicola che non abbassa mai il ritmo, che cattura, che scuote. Tenetevi forte. Sarete tutti con lei

Che il film Blanquita di Fernando Guzzoni, martedì 14 febbraio in anteprima al cinema Utopia alle 19, sia un film bello e da vedere è fuori discussione. La pellicola, terzo lungometraggio del regista cileno, co-prodotta da Tarantula (dell’italo lussemburghese Donato Rotunno) con Cile, Polonia, Messico e Francia, si ispira a un fatto di cronaca di inizio Anni Duemila. Una brutta storia di pedofilia perpetrata da personaggi potenti e molto in vista ai danni di poveri minorenni già vittime di povertà e abusi familiari.

Un dramma che in Cile scosse coscienze e “palazzi” e dove il lieto fine si rivelò un’utopia. Blanquita (Laura Lopez Campbell) è la ragazza che ha il coraggio di denunciare, sostenuta da un parroco coraggioso (interpretato dal bravo Alejandro Goic Jerez). Ma la sua verità viene manipolata e alla fine l’ingiustizia si rivela essere quella trappola che spesso ribalta i ruoli, trasformandosi da mano tesa in artiglio, e ci sbatte in faccia lo sgomento di chi vede una vittima finire sul banco degli imputati. Ma il film, già proiettato a Venezia nel 2022 e pluripremiato, è bello anche e soprattutto perché usa la magia della Settima Arte per porgerci con rispetto una storia che nausea anche solo a pensarla. La scelta dei giovani protagonisti (non attori di professione), il linguaggio crudo ma senza sbavature, i chiaroscuri nei primi piani, le immagini catturate da lontano, le location quale perfetta metafora di stati d’animo: tutto ci offre una storia dove chi guarda è già “lì dentro”. Lo spettatore dimentica di essere davanti a un film e il pathos delle scene e già il suo pathos. Brillano su tutto i dialoghi (la sceneggiatura ha vinto uno dei premi sopra citati), dove, a un certo punto, un veloce scambio di battute ne è il fiore all’occhiello e merita una menzione: la senatrice che vuole aiutare la ragazzina, incredula nel sapere che un suo illustre collega sia colpevole di tali abusi, le dice “impossibile che sia vero, io lo conosco bene »; e Blanquita risponde: “davvero? vi ha mai violentata?”. Preparatevi a trattenere il respiro, preparatevi a piangere, preparatevi ad abbracciare con cuore e anima quei ragazzini e quelle ragazzine le cui storie di dolore e violenza appartengono di dovere a tutte le nostre coscienze. In programmazione al cinema Utopia – Limpertsberg.

Maria Grazia Galati

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