Al Bano, Ranieri e Morandi incantano l’Ariston. Mengoni svetta in classifica

La seconda serata del 73° Festival di Sanremo riparte dai fiori che, dopo l’inqualificabile episodio di Blanco, paradossalmente si sono (ri)conquistati il proscenio del palco dell’Ariston. Gianni Morandi scende armato di scopa “perché qualche petalo è ancora rimasto per terra”, ed in effetti – metaforicamente – è proprio così, con le scuse appena accennate e prese di posizione Rai mancate. “Tutto succede su questo palco. E arriva a casa, quindi va coccolato, tenuto pulito” sottolinea Gianni Morandi, così quando parte Grazie dei Fiori di Nilla Pizzi, canzone vincitrice della prima edizione del Festival nel 1951, si ha, comunque, la gradevole sensazione che il pavimento di quel palco sia stato ripulito abbastanza per ospitare, finalmente, gli artisti veri, quelli con la A maiuscola.

E allora, nel solco più tradizionale tracciato sul palco dell’Ariston, tre giovani highlander Morandi, Ranieri, Al Bano danno vita a una performance incredibile, trascinando platea, galleria e salotti italici in un coro all’unisono che ci ricorda come le canzoni, quando sono belle, resistono al tempo, alle generazioni, alle trasgressioni e allo streaming. Standing ovation e bis obbligatori…

A Sanremo, nella seconda serata, irrompono i diritti negati in Iran, grazie all’intervento dell’attivista italiana di origini iraniane Pegah che, insieme alla co-conduttrice dell’ultima edizione della kermesse musicale Drusilla Foer, ha celebrato il valore della libertà sulle note di Baraye, l’inno della rivoluzione scatenata lo scorso settembre dall’uccisione di Mahsa Amini musicato da Shervin Hajipour. Il monologo della co-conduttrice Francesca Fagnani, invece, è stato costruito sui ragionamenti condivisi con i ragazzi rinchiusi nel carcere minorile di Nisida – anche loro la libertà non la conoscono – per sottolineare come ci sia una stretta correlazione tra mancanza di istruzione e criminalità.

Sul fronte della gara, dopo 22 anni Giorgia torna sul palco dell’Ariston e si prende il proscenio con la sua interpretazione da brividi di “Parole dette male”. Per la sua storia, la sua vocalità, la sua presenza scenica va inserita di diritto tra i favoriti per la vittoria. Bel mix di storia personale e musica, con sonorità che ci riportano agli anni ’80, per gli Articolo 31 che raccontano “un bel viaggio”, il loro, amici ancora prima di intraprendere il percorso artistico. Tananai, ultimo lo scorso Sanremo, torna con una maturità che impressiona. Sicuramente il Jova-beach l’ha fatto crescere, anzi decollare. Tormentone estivo, anche se fuori la temperatura è col segno meno, per le “sorelle ritrovate” Paola e Chiara. Madame, con il carico di polemiche “no-vax”che si è portata dietro, canta “Nel bene e nel male” nel suo stile unico e riconoscibile. Rosa Chemical dedica il suo brano “a chi nella vita si è sentito anche solo una volta sbagliato, invece era solo diverso”. Lazza canta da veterano e piace ai giovani. LDA emoziona, Levante si emoziona. Colapesce e Dimartino fanno il loro, così come i Modà. Will, il più giovane è il più tranquillo. Shari e Sethu ancora troppo acerbi.

Questa la prima classifica generale generata dal voto della Sala Stampa

  1. Marco Mengoni
  2. Colapesce e Dimartino
  3. Madame
  4. Tananai
  5. Elodie
  6. Coma Cose
  7. Lazza
  8. Giorgia
  9. Rosa Chemical
  10. Ultimo
  11. Leo Gassman
  12. Mara Sattei
  13. Colla Zio
  14. Paola e Chiara
  15. Cugini di Campagna
  16. Levante
  17. Mr. Rain
  18. Articolo 31
  19. Gianluca Grignani
  20. Ariete
  21. Modà
  22. gIANMARIA
  23. Olly
  24. LDA
  25. Will
  26. Anna Oxa
  27. Shari
  28. Sethu

Secondo noi, troppo dietro Articolo 31, Giorgia e Gianluca Grignani. Troppo su Colapesce e Dimartino e Madame. Stasera cantano tutti i 28 artisti in gara. Votano Demoscopica e televoto… ergo la classifica cambierà e anche di molto.

Gilda Luzzi

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