Chiacchierata in libertà con un’artista che porta sul palco insieme alla musica i sentimenti umani
La Versione di Fiorella Tour 2022 ha rappresentato, dopo tante false partenze, la vera ripartenza della musica. Sul palco e con i teatri pieni hai finalmente ritrovato il tuo pubblico. Pensi che siamo realmente proiettati verso una nuova normalità?
Quando siamo ripartiti in inverno non è stato facile perché, anche se ci avevano dato la possibilità di avere i teatri pieni, vedevo che la gente era ancora diffidente: tanti stavano con la mascherina anche quando potevano non mettersela. Ma era normale che fosse così, perché siamo usciti da un incubo e quando abbiamo messo il naso fuori casa eravamo ancora guardinghi. Poi d’estate è tornato tutto come prima, le persone si accalcavano sotto i palchi e si sono fatti anche tanti concerti affollatissimi. Del mio tour sono molto soddisfatta, i teatri sono stati sempre sold out e posso dire finalmente di aver ritrovato il contatto diretto con il mio pubblico.
Il Peso del Coraggio ha una potenza testuale, musicale, emotiva e interpretativa da parte tua fortissima. Come ti senti a cantarla in questo particolare momento storico, con scenari internazionali così preoccupanti?
Penso che bisogna avere sempre il coraggio anche di non essere d’accordo, il coraggio di dire quello che pensiamo. La verità è che oggi ci vuole “coraggio a vivere” perché siamo in una situazione globale disastrosa, crisi economica, guerra. Non dobbiamo dimenticare che la guerra non è solo quella vicino a noi, che è quella che ci sconvolge di più perché la sentiamo vicina. Il mondo è pieno di guerre di cui non ci parlano, non si parla di Palestina, dei curdi, della Siria, dell’Afghanistan. Il mondo è pieno di focolai di guerra che non sono da trascurare, ma che si trascurano. Forse perché di tutte le altre guerre non ci hanno fatto mai vedere, se non raramente, il sangue, i bambini morti, il dolore delle popolazioni, mentre invece questa guerra tanto vicina ce la raccontano con immagini forti che rappresentano proprio la morte. La gente si sconvolge ora perché la vediamo tutti i giorni a reti unificate nel dettaglio, ma dobbiamo essere consapevoli che tutto questo è lo schifo della guerra, in Ucraina e in tutte le altre parti del mondo in cui si combatte. Chi ha torto e chi ha ragione quando un bambino muore? nessuno e allora basta… bisogna arrivare presto a negoziati per quel povero popolo martoriato dell’Ucraina e poi per tutti noi.
(L’intera intervista la trovate su PassaParola Mag novembre 2022, nei chioschi VALORA o per abbonamento)
Gilda Luzzi