Il FAIM è costituito dalle associazioni e reti degli italiani nel mondo e dà voce a chi, nelle nostre comunità all’estero, si occupa di animazione sociale e assiste i nostri connazionali. In questi anni il nostro forum, oltre al lavoro di coordinamento tra le associazioni, ha alimentato il dibattito rispetto ad un serio adeguamento delle politiche a favore di chi emigra e chi è emigrato
Il contesto in cui si svolgeranno le elezioni politiche del 25 settembre non è cambiato rispetto a quattro anni fa: ancora oggi il nostro Paese rimane un paese di emigrazione con un saldo negativo tra chi arriva e chi parte ormai stabile da molti anni, aspetto che sembra ribaltato nelle cronache politiche. Gli italiani emigrati sono passati nel corso dell’ultimo decennio, da circa 3.5 milioni, ad oltre 5 milioni. La nuova emigrazione italiana cresce al ritmo di quasi 300 mila espatri all’anno e si stima che quasi un milione di nuovi emigrati siano residenti all’estero, pur non comparendo nei dati Aire e, solo parzialmente, in quelli dell’anagrafe consolare. A fronte di questo, purtroppo, dobbiamo constatare amaramente il taglio della rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero che, a seguito della riforma costituzionale approvata dal Parlamento nel 2020, passa da 18 a 12 tra deputati e senatori per i quasi sei milioni iscritti AIRE sparsi in tutto il mondo. Il rischio molto concreto sarà quello di non riuscire a dare una adeguata copertura istituzionale alle istanze delle nostre comunità già oggi fortemente compromessa. A questo proposito il primo punto di impegno che chiediamo a chi sarà chiamato a rappresentarci sarà quello di valorizzare il tessuto associativo all’estero. L’associazionismo è tra i fondamentali attori e pilastri del processo di cambiamento che da tanta parte del Paese viene richiesto e che ha resistito al distanziamento sociale del periodo COVID dando risposte in termini di solidarietà concreta. Il nuovo Parlamento dovrà rispondere alla richiesta di concreto riconoscimento della sua funzione, già avanzata e posta alla discussione parlamentare nelle precedenti legislature e purtroppo rimasta, ad oggi, inevasa. Come mostrano diversi eventi degli ultimi anni, ad esempio i bassi livelli di partecipazione alle elezioni dei COMITES, senza una convinta valorizzazione del momento associativo il tessuto civile e sociale dell’emigrazione è destinato a disgregarsi pregiudicando e indebolendo i livelli di partecipazione civile e politica. Da cui il secondo punto di impegno, far crescere la collaborazione tra società civile e gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, in particolare quelli di base come i comitati degli italiani all’estero. L’investimento più importante è quello della co-progettazione sul territorio per far crescere i livelli di riconoscimento reciproco e l’animazione sociale nelle nostre comunità. Gli ambiti di queste collaborazioni sono molti e possiamo indicarne tre come prioritari: l’accoglienza dei nuovi italiani attraverso attività di inserimento nel tessuto locale, l’orientamento nell’integrazione di chi è in mobilità nei sistemi di welfare locale e il sostegno a chi si ritrova in situazione di povertà ed esclusione sociale. Qui il terzo punto di impegno: la sensibilizzazione delle Regioni, in particolare, a sostenere questi sforzi in modo sinergico con gli altri attori istituzionali. In un quadro della rappresentanza così frastagliato e che andrebbe riformato nel suo complesso, gli investimenti delle Regioni sarebbero fondamentali per rilanciare la relazione tra Italia e chi si trova in mobilità con il supporto delle reti associative. Per ultimo rivolgiamo agli italiani all’estero l’invito alla massima partecipazione alle consultazioni elettorali nella piena trasparenza e correttezza delle procedure e modalità del voto per corrispondenza. C’è bisogno di un voto informato e consapevole. Inoltre, il FAIM auspica che la campagna elettorale si svolga nel libero confronto democratico di idee e di programmi che facciano riferimento sia alla madrepatria che alle collettività emigrate.
La nuova frontiera dell’emigrazione italiana è definita dalla capacità di esprimere la propria specificità ed originalità sia in rapporto all’Italia, sia in relazione ai paesi di residenza; partecipando attivamente alla costruzione di un’Europa che tuteli i diritti del lavoro e dei cittadini; esigendo l’osservanza dei principi di eguaglianza e solidarietà, il diritto alla libera circolazione e contrastando ogni misura di restringimento al diritto di accesso e soggiorno. Le elezioni politiche del 25 settembre costituiscono, da tutti questi punti di vista e per le molte attese, una sfida e un’occasione. Tutte le associazioni aderenti al FAIM sono impegnate a coinvolgere iscritti e simpatizzanti nella promozione e nell’informazione alla partecipazione elettorale.
Pietro Lunetto – Portavoce FAIM