Nel primo fine settimana di aprile presso il ristorante La Farinella a Kirchberg (Luxembourg-Ville) il pubblico ha potuto conoscere da vicino un prodotto dolciario tipico di Turi, la cittadina pugliese in provincia di Bari che vanta una grossa comunità di immigrati nel Granducato. Vi raccontiamo da vicino questo capolavoro di artigiana pasticceria che si tramandano solo le donne
Il tutto lo si deve a una donna, che a circa metà Ottocento viene accolta, alla giovane età di 16 anni, nell’allora convento di clausura delle clarisse di Turi per assistere due monache malate. È lì che imparerà le ricette e i segreti di tanti dolci dell’antica tradizione conventuale. Dopo qualche anno, trascorso il suo periodo al servizio delle suore, Anna Antonia Martinelli, detta La Monecacèdde mette su famiglia e decide di far conoscere a tutti un prodotto particolare, la FALDACCHEA appunto, perpetuandone la ricetta originale e insegnandola solo alle donne, che, giovani, in età da marito, potranno così imparare un mestiere e guadagnarsi anche un po’ di indipendenza. Antonia diviene così una vera pioniera dell’imprenditoria rosa e la sua eredità è giunta fino a oggi grazie alla passione e alla pazienza di quelle donne che ne hanno raccolto l’eredità. Sì, perché proprio pazienza e passione sono alla base di questo vero e proprio capolavoro dolciario, che necessità abilità, forza, tempo.
Ce lo spiegano due specialiste del settore presenti all’evento: Luciana Cistulli, Maestra dolciaia e titolare di un laboratorio a Turi, e Marilena Catucci, pasticcera. Abbiamo potuto ammirarle in tempo reale nella preparazione di questo dolcetto, il cui nome ha lontanissime origini spagnole (la faltriquera era una tasca di tessuto che le donne di un tempo nascondevano sotto la gonna, dove mettevano alcuni affetti personali e qualche dolcetto). Semplici e di altissima qualità gli ingredienti, tutti provenienti da Turi, in particolare le mandorle e la ciliegia. E proprio una tasca sembra il dolce: una pallina a base di polvere di mandorle che racchiude pan di spagna imbevuto in liquore alchermes e un poco di amarena. Particolare la glassatura, fatta con il cosiddetto zucchero naspro (acqua, zucchero, limone e un’abilità ammirevole nel lavorarlo a mano con due spatole fino a quando non diventa bianchissimo e fluido) e la successiva decorazione. Fatta rigorosamente a mano, la Faldacchea è famosa nella zona come bomboniera per le cerimonie, ma Luciana nel suo laboratorio in via Minoia prepara versioni di tutti i tipi, anche su richiesta, dalle forme e dai decori più svariati. Il dolcetto, riconosciuto PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale), è uno dei ben 329 che vanta la regione Puglia.
Stefano De Carolis, giornalista, saggista, grande studioso di storia e tradizioni locali, ha fondato nel 2021 un’associazione no profit per la promozione, la divulgazione, la distribuzione e la difesa di questa eccellenza gastronomica. Per saperne di più (anche dove trovare prossimamente il prodotto in Lussemburgo) potete contattarlo direttamente: lafaldaccheadituri@gmail.com oppure (+39) 331 3677818. L’associazione è anche su facebook, QUI. L’evento si sposterà martedì 5 aprile a Bruxelles. Il marchio sarà depositato a breve a livello nazionale e internazionale.
Maria Grazia Galati