Vi si pensa soprattutto, con sensi di colpa, dopo i bagordi delle feste, ma restare un periodo senza cibarsi non è strumentale solo al dimagrimento. Con le dovute precauzioni, e fatto con il controllo
e i consigli di esperti del settore, il digiuno può portare molti benefici
Contrariamente a quanto si possa pensare, la pratica del digiuno è un vero e proprio toccasana non solo per il corpo, ma anche per la mente e lo spirito. Fin dall’antichità esso è stato visto come strumento di purificazione: Gesù ha digiunato quaranta giorni nel deserto prima di sconfiggere la tentazione del dia-
volo; Siddharta ha digiunato a lungo prima di raggiungere l’illuminazione; i musulmani digiunano dall’alba al tramonto durante il mese del Ramadan. La necessità di un “reset” non solo porta a una forma di autocontrollo e benessere, ma a una vera e propria lotta contro la sovralimentazione. Esistono diversi modelli di digiuno. Quello del 5:2, ovvero si mangia per cinque giorni e ci si astiene per due, non necessariamente consecutivi. E in quei due giorni ci si limita a sole 500 calorie, fermo restando l’abbondante assunzione di liquidi: acqua, bibite non gasate e senza zucchero. Il programma più noto e dai numerosi consensi, chiamato anche digiuno intermittente, è però il 16:8, ovvero si mangia in un lasso di tempo di otto ore e si digiuna per altre sedici. Il che significa che se si cena alle ore 19, per il pasto successivo occorre aspettare le ore 11 del giorno dopo.
Parecchi i benefici (documentati) – come ci spiega la dottoressa Ilaria Basile, nutrizionista – quali l’abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue, del colesterolo, della pressione e dei processi infiammatori, con un rafforzamento del sistema immunitario. Inoltre – continua la specialista – il digiuno sembra poter aumentare l’aspettativa di vita dovuta a perdita di peso, riduzione della circonferenza addominale, migliore sensibilità all’insulina e, quindi, rischio minore di sviluppare il diabete, oltre a una maggiore resistenza muscolare e all’aumento delle capacità cognitive. Per contro non è facile iniziare a praticarlo nella vita di tutti i giorni in quanto risulta parecchio stressante per il corpo e per la mente. Nelle prime settimane, infatti, le persone possono presentare irritabilità, rabbia, debolezza, svogliatezza, mancanza di concentrazione, violenti capogiri e anche dei veri e propri svenimenti. Si consiglia di astenersi dal fai da te e affidarsi a un giusto supporto medico e nutrizionale.
Cinzia Regalbuto