La giuria del Festival du Film italien di Villerupt ha assegnato due menzioni speciali, di cui una per l’interpretazione di Carlotta Antonelli nel film di Carbonera. Abbiamo incontrato il regista

Takeaway: crisi economica-crisi personale. Che relazione c’è?

Sullo sfondo della storia c’è l’ambientazione che rispecchia la crisi, sia dal punto di vista storico che geografico: storico, perché è ambientato nel 2008, anno in cui inizia la crisi economica, con i primi fallimenti delle banche ecc. e geografico, perché è ambientato in un territorio in crisi, dove è mancato il grande sviluppo turistico, il Monte Terminillo (massiccio montuoso dell’Italia centrale che fa parte del gruppo montuoso appenninico dei Monti Reatini, nel Lazio, ndr)

Che funzione ha lo sport?

La storia è ambientata nell’ambiente dello sport amatoriale, in cui si fa largo il doping. Ci si dopa per vincere, per soddisfare le ambizioni di successo. Lo sport qui è l’indicazione dell’incapacità di riconoscere i propri limiti. Il film si pone a metà tra lo sport amatoriale che vuole diventare agonistico/professionale: tra chi va a comprarsi la creatina per giocare a calcetto e chi si vede tolte per medaglie a causa del doping.

Cosa significa per te presentare il film a Villerupt?

Innanzitutto, è la prima volta che mi trovo all’estero dall’inizio della pandemia e che prendo un aereo dal febbraio 2020. È, per me, un ritorno molto sentito, perché mi sono trovato molto bene quando sono venuto con il film precedente«Resina», che è stato in 30 Festival in 20 Paesi.  Spero di doppiare con «Takeaway», anche perché questa è la prima proiezione del film all’estero, dopo la presentazione al festival di Roma.

Elisa Cutullè

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