Per la prima volta insieme atleti olimpici e paralimpici riuniti a Milano grazie a Bebe Vio
“Uno sguardo al futuro sullo sport che vorrei. Quello con la S maiuscola. Quello che non lascia indietro nessuno. Quello che ci fa abbracciare le diversità dei nostri compagni di squadra. Quello che colora la vita di chi lo pratica e di chi lo guarda. Questo è #WEmbraceSport e sono felicissima e orgogliosa di quello che abbiamo realizzato”. Così, Bebe Vio, campionessa olimpica di scherma e organizzatrice, anzi vera e propria anima, di #WembraceSport ha sintetizzato sui suoi profili social le finalità e gli obiettivi che l’evento benefico, che si è tenuto il 25 ottobre all’Allianz Cloud di Milano, vuole realizzare.
Oltre al sindaco di Milano Beppe Sala, al presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli erano rappresentanti del Parlamento europeo e della Commissione europea Maurizio Molinari e Antonio Parenti, che hanno portato il saluto della presidente Ursula Von der Leyen.
“Stasera vedo insieme i simboli del Comitato Paralimpico e del Comitato Olimpico. E’ la storia che va avanti e di tutte le persone che ho conosciuto nella mia vita – ha detto durante il saluto iniziale Giovanni Malagò, presidente del Coni – l’unica che poteva realizzare tutto questo è Bebe Vio. Vi racconto due aneddoti il grande sogno di Bebe Vio – sempre dichiarato anche pubblicamente – è quello di diventare presidente del Coni e io sono il suo primo sponsor. Il vero miracolo l’ha però già fatto: è stato quello di trasformare Ruggero e Teresa, i suoi genitori, da persone timide a dei veri e propri intrattenitori, come stanno facendo questa sera”.
E’ proprio grazie al coraggio e all’indomabile forza di volontà dei genitori di Bebe, nel 2009 è nata l’Associazione Art4sport, che conta oggi 38 ragazzi e che finanzia e progetta protesi e ausili e tutto ciò che serve ai piccoli atleti per praticare un’attività sportiva e promuove la conoscenza e la pratica dello sport paralimpico su tutto il territorio nazionale. L’idea di WEmbrace Sport nasce dal sogno della campionessa della scherma azzurra: mettere lo sport praticato da atleti paralimpici e olimpici sul medesimo piano, in una condivisione autentica.
Il termine WEmbrace, nasce, infatti, dall’unione delle parole inglesi We Embrace, che tradotte in italiano significano Noi Abbracciamo. Un’azione che può essere compiuta con entusiasmo insieme a un’altra persona ma che è anche da rivolgere a se stessi. Non a caso, abbracciare i propri limiti è il primo passo per diventare i primi sostenitori del proprio amore individuale. Ed è proprio compiendo questo passo che la diversità diventa il mezzo che porta ciascuno di noi a definire l’unicità del singolo, identificandolo. Ecco così che lo sport, con i suoi valori e la sua funzione sociale in questo percorso di accettazione di sé e di chi ci circonda.
Abbracciamoci nello sport come nella vita. Questo è stato il filo conduttore della serata più inclusiva che ci sia mai stata a livello sportivo ma anche a livello umano.
All’Allianz Cloud, davanti all’entusiasmo travolgente di un pubblico numeroso e festante, con la partecipazione straordinaria tanti bambini fan di Bebe, atleti olimpici e paralimpici si sono cimentati in 4 discipline, tutte giocate nella loro versione paralimpica. Nella scherma, nel calcio, nella pallavolo e nel basket hanno incrociato le sfide della squadra bianca dei White Angels contro la squadra rossa dei Red Devils. Tra vittorie da una parte e dall’altra e tra pareggi e spareggi, applausi e ovazioni, alla fine il risultato non interessava a nessuno… tranne a Bebe che – come ha detto lei – “non ama perdere ma neanche pareggiare”.
Alla serata, presentata da Giorgia Rossi e Martin Castrogiovanni, con il supporto di Ringo, hanno preso parte ospiti di mondi “diversi”, dallo sport all’intrattenimento, dalla politica al giornalismo, uniti per una sera dal desiderio di coltivare il processo di sensibilizzazione alla diversità che non deve essere considerato un limite ma un patrimonio da tutelare. Tra gli altri, Paolo Maldini Javier Zanetti, Andrea Pirlo, Claudio Marchisio, Walter Zenga, Serginho – uno dei più presenti nelle varie gare – Filippo Tortu campione olimpico della 4×100, la schermitrice olimpica Mara Navarria, Daniele Garrozzo medaglia d’argento a Tokio2020, giocatori di basket come Peppe Poeta e di pallavolo come Cristina Chirichella e Matteo Piano e il festeggiatissimo ct della nazionale Roberto Mancini.
Al termine della serata tanti sorrisi, tanta emozione, occhi lucidi e anche un po’ di malinconia. Ma tutti nel lasciare il palazzetto quasi ormai silenzioso hanno portato a casa un po’ della la forza indomabile di Bebe che ci ha fatto e ci fa gridare al mondo: se ti sembra impossibile, allora si può fare!
Gilda Luzzi