Lo scorso settembre a Taurasi (Avellino) si è svolta la prima Masterclass internazionale dedicata al vino Taurasi Docg organizzata dal Comune di Taurasi in collaborazione con diversi Comuni e aziende vitivinicole del territorio. All’evento hanno partecipato noti esperti del settore come Ronald de Groot (Olanda), Egil Andreas Aasheim (Norvegia), Paul Balke (Olanda).
Anche PassaParola ha avuto il privilegio di essere invitata e questo è il racconto della nostra collaboratrice.
Identità e autenticità, è ciò che si respira arrivando a Taurasi, in Irpinia, terra di radici ancorate ad una cultura arcaico millenaria, così come ben rappresentato dalle sue viti secolari.
Taurasi è una città
Una larga strada lastricata in pietra bianca e un’imponente scalinata conducono all’arco della Porta Maggiore, accesso principale al borgo medioevale, racchiuso dalla cinta muraria e dalle sue torri. Passeggiando negli incantevoli e silenziosi vicoli, dimenticate gli shops seriali che hanno reso identiche tante mete turistiche, qui sarete accolti da antichi palazzi e abitazioni decorate , piccole chiese, enoteche : una parte di città, vera, vissuta ! Ogni borgo ha il suo castello e quello di Taurasi – il Palazzo Marchionale di origine longobarda – ospita la sede dell’Enoteca Regionale dei vini dell’Irpinia e offre un suggestivo percorso vitivinicolo sensoriale, unico in Europa.
Vivete poi l’emozione di varcare in uscita un’altra delle porte ad arco dell’antico borgo, Porta Sant’Angelo : vi affaccerete su una terrazza naturale, a strapiombo dello sperone su cui è edificata la città, con negli occhi il panorama paradisiaco dei verdi pendii appenninici coltivati a vigne, ulivi, noccioli e colture di sussistenza.
Taurasi dà il nome alla DOCG del vino omonimo, prodotto con un vitigno la cui origine si perde nella notte dei tempi : l’Aglianico. Per questo, Taurasi, è sicuramente la Città del Vino del Sud, meta per eccellenza del turismo enologico di qualità.
Taurasi è un vino
Taurasi viene definito spesso « Barolo del Sud », ma non tutti sanno che per decenni, l’Aglianico è diventato Barolo ! Infatti, negli anni in cui le viti al nord erano state decimate dalla filossera, è da Taurasi che partivano vagoni di uve di Aglianico tramite la Ferrovia del vino, appositamente costruita. La corposità e l’unicità di questo vitigno ben si prestavano a fondersi a quella di un altro grande vitigno, il Nebbiolo.
Negli ultimi decenni fortunatamente i produttori hanno imbottigliato e definito l’identità del loro vino, riconosciuto DOCG nel 1993. Nobile vino, caratterizzato da buona acidità e tannicità, il Taurasi offre sensazioni intense : ha proprietà organolettiche eccellenti e difficili da narrare, anche perché la grande longevità permette al ventaglio delle note olfattive di ampliarsi eccezionalmente.
Taurasi è un Terroir
Alle straordinarie caratteristiche del vitigno, la cui qualità ha potuto essere selezionata generazione dopo generazione in centinaia di anni, un mix di condizioni uniche caratterizza l’Aglianico Irpino : il suolo, il clima e la biodiversità.
La terra. Due le componenti principali : il terreno calcareo-argilloso e il terreno di origine vulcanica, che, con la sua concentrazione silicea di oltre il 33%, ha protetto le viti dall’attacco della filossera e ha salvaguardato piante che oggi hanno fino a 200 anni. Il suolo vulcanico è ricco di microelementi che nutrono vini di straordinaria longevità ed eleganza.
Il clima. Coltivate lontano dalla costa marina e in altura (tra i 350 e gli 800 mt slm), esposte a forti sbalzi termici tra il giorno e la notte, ad una ventilazione sostenuta e ad importanti precipitazioni nei mesi invernali, le viti godono di un clima più simile al continentale (come il piemontese o toscano) che non a quello tipico delle latitudini del Sud Italia.
La biodiversità trova qui la sua apoteosi e la viticultura fatta di piccoli vigneti ne garantisce la sostenibilità.
L’area di produzione, estesa su ben 17 comuni, esprime una varietà di interpretazioni a seconda degli stili di vinificazione, ma anche dell’inclinazione e dell’esposizione delle viti: da Montemarano, l’espressione più fredda della DOCG, dove la pendenza affacciata ad est fa si che occorra attendere gli inizi di novembre per la vendemmia, a Paternopoli , che guarda invece ad ovest ed è più pianeggiante, quindi bacino di terreno vulcanico.
Ogni declinazione di questo vino ammalia attraverso la varietà di sfumature aromatiche tutte da scoprire.
Un viaggio a cinque sensi attraverso i 17 comuni del Taurasi
Il viaggio enoturistico nelle Terre del Taurasi ha davvero un ampio orizzonte : ognuno dei 17 comuni, da Luogosano a Venticano, da Mirabella Ercolano a Montefalcione, da Castelfranci a Lapio , solo per citarne alcuni, vi accoglie offrendo scorci e specificità proprie!
Come se ciò ancora non bastasse, in loco si possono degustare le altre perle Irpine : Greco di Tufo DOCG, Fiano di Avellino DOCG e Falanghina DOC, tre vitigni, tre bianchi fondamentali che narrano anch’essi il forte carattere territoriale.
Nelle Terre del Taurasi gli occhi si riempiono di meraviglia di fronte ad rarissimo paesaggio di vigneti che producono vino da due secoli ! Piantate distanti e coltivate in altezza, le viti si sono sviluppate fino a 180 cm, diventando alberi monumentali che tendono l’un verso l’altro i lunghi tralci grondanti di grappoli. Alla loro ombra, potete immaginare le generazioni dei mezzadri che le curavano e permettevano alla terra di donare due raccolti : le uve in alto e le colture di sussistenza ai loro piedi. Tutto intorno alle vigne vecchie, i nuovi filari di viti, insieme alle altre colture e al profilo morbido ma imponente dei Monti Appennini, dipingono un quadro che dischiude rara bellezza.
Si ringraziano gli organizzatori della Taurasi Masterclass, 17 – 18 Settembre 2021 in Taurasi.
Giovanna Agnello