Ragazzi costretti a studiare da casa: lontani, disorientati, soli. Ma anche maturi e resilienti. Un incontro online con il pubblico ci ha permesso di alzare il velo su un fenomeno che la pandemia ha scatenato e del quale sociologi, studiosi, stampa, politica non si sono (ancora) occupati come si dovrebbe
Li hanno chiamati ‘’invisibili’’ perché sono quella parte di categoria sociale sfuggita non poco a sondaggi e opinioni. Sono gli adolescenti, costretti, causa pandemia, alla DAD (didattica a distanza), ma soprattutto a rinunciare a tutto quell’universo fatto di svago, vita sociale, divertimento, incontri, passioni, contrasti, scoperte. Su tale fenomeno la ACLI di Esch-sur-Alzette ha organizzato lo scorso 24 marzo una conferenza online.
Tre gli interventi. Il primo, quello di Roberta Lo Menzo (psicologa e psicoterapeuta in Lussemburgo), che ha spiegato come il Covid 19 abbia messo in crisi un intero un sistema vita, che coinvolge tutti noi esseri umani. Un primo sguardo al mondo dei ragazzi ci mostra come aree fondamentali della loro esistenza e della loro identità siano state messe in discussione. L’area della socializzazione, l’area che riguarda l’accesso e l’organizzazione all’apprendimento scolastico e universitario, l’area del viaggiare, dell’esplorare culture diverse, dell’incontrare, e del conoscere l’altro; e infine l’area che riguarda il loro futuro e l’accesso al mondo lavorativo. Tutti questi cambiamenti chiedono un importante cambiamento interiore: un adattamento. Noi tutti esseri umani siamo dotati di una formidabile risorsa che è la resilienza.
La resilienza esprime la capacita di far fronte a situazioni di sfida in maniera nuova, positiva, costruttiva, così da dare nuovo slancio alla propria esistenza. Allora, quello che oggi sembra bloccarci, impedirci di avanzare, può trasformarsi in un nuovo cammino di libertà in grado di svelarci nuovi orizzonti. Ha proseguito l’incontro Licia Cavallaro (mediatrice familiare in Lussemburgo) che ha spiegato quanto la grande difficoltà alla quale i giovani sono confrontati nei periodi di DAD sia il non avere la giornata scandita da impegni scolastici in presenza.
E ha invitato il pubblico a concentrarsi sui valori e sulle e dinamiche positive che sono emerse da una serie di giovani che ha intervistato.
Matteo,18 anni ha detto: <<L’uomo è altruista per natura, anche l’emergenza covid lo dimostra, per esempio noi giovani continuiamo a sostenerci nelle difficoltà della didattica a distanza>>. Francesca, 19 anni, constata <<d’aver imparato a strutturarsi la giornata con un maggior senso di responsabilità>>. I giovani hanno quindi sviluppato già al liceo delle capacità di organizzazione e autonomia normalmente necessarie per gli studi universitari. Sempre Francesca dice di <<aver trovato il coraggio di riuscire a superare gli ostacoli malgrado la situazione. Abbiamo colto l’importanza del poter condividere un’esperienza in famiglia come il cucinare insieme, consumare i pasti regolarmente insieme ai propri familiari, guardare un film insieme: cosa che fino a non molto tempo fa non avevamo il tempo di fare perché proiettati all’esterno delle mura domestiche. Si è trovato il tempo per fare ordine in casa e dentro di noi sono maturate nuove riflessioni. Abbiamo capito quali sono le priorità nella nostra vita>>. Tade, 22 anni, ci racconta: <<questa pandemia ci ha messo di fronte a tanti ostacoli come l’isolamento sociale e la paura nei confronti dell’incertezza. Mi ha dato però il tempo di riflettere su me stesso, sui miei valori, sulle mie future intenzioni, ma soprattutto mi ha fatto crescere come persona. Siamo tutti diventati più forti nel saper tollerare la frustrazione di non poter sempre fare ciò di cui avremmo avuto voglia>>. Francesco, 22 anni: <<Sono migliorato nel gestire i miei momenti di malinconia, di rabbia, di debolezza, ho meno difficoltà a gestire queste situazioni>>. Valentina 22 anni: <<i ritmi più lenti hanno dato spazio ad attività che nella routine normale non ne hanno di solito. E dato anche spazio alle riflessioni sulla situazione globale della società>>. Elisa 19 anni: <<Sono sicura che tra qualche anno, quando ,torneremo alla vita normale diremo: ‘’ah, mi manca la quarantena!!’’ Poiché comunque la quarantena ci ha dato tanto tempo per lavorare su noi stessi ed apprezzare le piccole cose che prima davamo per scontate, come andare al bar con gli amici per un caffè. Inoltre ci ha fatto realizzare come possiamo arrivare ad odiare la tecnologia (che ci ha sempre affascinato!) perché ora odiamo restare tutto il giorno davanti allo schermo del pc. Adesso apprezziamo di più fare passeggiate, sport o trascorrere del tempo con amici e famiglia. Siamo tutti cambiati!!>>. Ed è cambiato anche il modo di lavorare. Federico, 20 anni spiega : <<abbiamo preso consapevolezza del cambiamento a livello lavorativo che offre il mondo>>. Ci si vede più di prima anche se online, si sono dilatati i tempi del lavoro. Abbiamo avuto scuole, musei e teatri chiusi ed allo stesso tempo, per la prima volta, nuove opportunità culturali: visitare musei, biblioteche online ed i programmi culturali sono aumentati anche per sopperire alle carenze e difficoltà della scuola in questo momento particolare. RAI scuola ha offerto dei corsi in tutte le materie per ogni classe. Tutte queste nuove pratiche determineranno il nostro futuro, abbiamo tutti un nuovo sguardo e nuovi interrogativi poiché abbiamo capito che non torneremo alla “normalità’’ del passato. Madre natura, non appena l’uomo è rimasto chiuso in casa, si è risvegliata come non la vedevamo da anni…acque limpide, presenza di certi animali che non vedevamo da molto tempo in certe località… La riscoperta del valore della solidarietà sociale ci esorterà ad adoperarci sempre più in progetti socialmente utili, i valori positivi emersi in questa situazione ci guideranno per costruire un nuovo volto alla società…>>. Vorrei concludere con una frase di Laura, 25 anni: <<Ho sofferto per il distacco fisico dalle persone care, per la difficoltà e la frustrazione nella ricerca di un nuovo lavoro. Ho rivalutato la mia vita prima della pandemia e sento un forte entusiasmo verso il futuro, un futuro migliore!! Chiedo ad ognuno di voi: tu come sogni il tuo futuro? Cosa proponi per un mondo migliore? Ti ascolto!>>.
A parlare anche Giuseppe Grattacaso, preside, insegnante, poeta e autore del libro Foto di classe – La scuola della ripartenza raccontata dall’ Ultimo Banco (Editore Castelvecchi – settembre 2020), dove l’autore osserva i giovani studenti cercando di mettersi nei loro panni per capirne meglio disagi e desideri di questo loro periodo così complicato. Ha chiuso l’evento la dottoressa Lo Menzo, che ha raccontato una bella storia taoista dal titolo L’enigma del cavallo: leggerla (nel web) per riflettere!
a cura di Maria Grazia Galati