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È già alla terza ristampa l’ultimo giallo a firma Gino Marchitelli. Panico a Milano (RedDuck Edizioni, 18 euro) intreccia delitti dei nostri tempi a una pagina orrenda della Seconda Guerra Mondiale. Molto attivo nell’ambito culturale e sociale, l’autore fa parte del direttivo ANPI di San Giuliano Milanese, organizza festival letterari e come cantautore ha dedicato brani a Peppino Impastato e Pino Pinelli. 

A cosa credi sia maggiormente dovuto il grande successo del tuo ultimo thriller?

Penso che questo romanzo stia riuscendo a colpire il cuore di quella parte del nostro immaginario. Ovviamente parlo di tutte quelle persone sensibili e attente alle ingiustizie e desiderose di verità e giustizia, che non si rassegnano ai troppi anni passati senza che sia mai stata fatta luce completa sui grandi crimini del passato, ma anche su quelli della nostra storia recente: le stragi da piazza Fontana a piazza della Loggia, dall’Italicus alla stazione di Bologna. C’è un bisogno e desiderio che la verità, anche scomoda, emerga dalle pieghe sepolte dagli anni passati, insabbiata da poteri forti che vogliono assolutamente mantenere il segreto sulle pagine più buie e dolorose della nostra storia. Credo anche che trama, collegamento fra passato e presente e ambientazione abbiano fatto il resto. Poi sicuramente il “parterre” di lettrici e lettori che mi seguono e che hanno partecipato nei mesi scorsi al progetto realizzativo con il crowdfunding.

La storia ci racconta di orrori e dolore, giustizia e vendetta: qual è la ricetta per voltare pagina dall’eredità oscura della nostra “storia” e andare oltre, serenamente?

Io penso che senza raccontare tutto, aprire gli archivi, rendere pubblici i documenti nascosti dal Dopoguerra ad oggi (come è successo poco tempo fa con gli archivi della Seconda Guerra Mondiale del Ministero della Difesa) non riusciremo mai a voltare pagina. È necessario il coraggio che hanno avuto in Germania, in Spagna, in Portogallo, perfino negli Stati Uniti, dove sono capaci di arrivare a incriminare anche il Presidente. Bisogna fare i conti con le nostre vicende, bisogna introdurre nuovamente nelle scuole lo studio della storia, della geografia, dell’educazione civica. Allora avremo nuove generazioni più serene, dotate di un grande senso critico, vogliose di conoscenza e a quel punto capaci di fare i conti con il passato in modo corretto e vero e di andare “oltre”. Senza tutto ciò rimarremo eternamente condannati alla menzogna con il rischio che le pagine più buie si ripetano. Dobbiamo vigilare…

A cosa stai lavorando ora?

Ho iniziato a lavorare al nuovo libro. Sarà una storia di lotta e delitto su una piattaforma petrolifera in Adriatico ambientata negli Anni ’80. Poi dovrei firmare a giorni un contratto per la realizzazione di una nuova ricerca storico-saggistica che prenderà spunto dal mio viaggio in bicicletta da Milano a Brindisi (che ho fatto nell’agosto del 2017 per raccogliere fondi per i bambini terremotati delle Marche). Ho anche altri progetti in cantiere, fra cui la produzione e realizzazione di un CD con le mie canzoni più importanti. Ovviamente un CD per “amici e compagni”, nessuna velleità particolare se non quella di condividere bei testi e bella musica in una cerchia ristretta di persone con le quali ho un grande rapporto di stima e conoscenza… sperando di non deluderli musicalmente.

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Incontro con l’autore a cura di ANPI Lussemburgo. Domenica 14 marzo alle ore 18.30 su piattaforma webex.

Per partecipare e ottenere il link, scrivere a: lussemburgo@anpi.it

Maria Grazia Galati

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