Intervista a Marzia Camarda, che nel saggio Una “savia bambina”. Gianni Rodari e i modelli femminili (Settenove, 2018) rilegge e analizza i testi dello scrittore di Omegna, di cui quest’anno festeggiamo i cento anni dalla nascita.

 

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Già premio “Handersen” nel 1970, il pedagogista piemontese sceglieva di mettere al centro delle sue fiabe e dei suoi racconti la parità, l’alleanza e il rispetto fra protagonisti maschili e femminili. Dimostrandosi uno scrittore straordinariamente contemporaneo.

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Com’è nato questo libro e cosa ti ha spinto a scriverlo?

Ho iniziato a scrivere questo saggio dopo essermi occupata dell’adattamento teatrale di C’era due volte il barone Lamberto, l’ultimo romanzo scritto da Rodari, quindi un testo della maturità. Mentre smontavo il “plot” letterario per individuare le linee narrative osservavo come tutti gli snodi principali ruotassero intorno alla figura di Delfina, un personaggio femminile molto intelligente e volitivo; parallelamente leggevo la critica su Rodari e fui molto stupita di riscontrare come fosse ritenuto un conservatore in ambito familiare e un tradizionalista; tra l’altro ricordavo di aver letto da piccola Atalanta, che invece è un vero inno alla fierezza e forza femminile, quindi i dubbi su quella lettura mi sembravano fondati. Credo di aver dimostrato, citazioni alla mano, che quell’interpretazione non gli rendeva giustizia.

Ci racconti le eroine di Gianni Rodari e perché costituiscono un modello positivo per bambini e bambine?

Le eroine di Rodari innanzitutto sono molte e spesso protagoniste, il che è già significativo rispetto a una narrativa per ragazzi che ha avuto come protagonisti attivi quasi solo personaggi maschili; le sue eroine, sia adulte che bambine, sono in gamba, autonome, leali e fiere, coraggiose. Rodari si sofferma pochissimo sul loro aspetto fisico, salvo magnificarne le capacità atletiche (che, in un Paese in cui ancora c’è una grande disparità di genere nella pratica sportiva, è piuttosto significativo), non tanto per lo sport in sé, quanto per il sottolineare l’importanza di un uso del corpo non funzionale al piacere e all’utilità dell’altro, bensì al proprio. Ma ovviamente non è solo una questione di aspetto fisico. Un altro tema che mi ha colpita è la rappresentazione dell’amicizia e alleanza tra bambini e bambine e tra uomini e donne: sono rapporti senza ambiguità, fondati sulla parità e sulla stima reciproca, come quello tra Atalanta, Ercole e Teseo nel caso di adulti, o quello tra Cipollino, Fragoletta e Ravanella nel caso dei bambini. Aveva quindi un atteggiamento molto equilibrato e positivo, di straordinaria contemporaneità.

Puoi spiegarci una caratteristica di Gianni Rodari che dobbiamo assolutamente scoprire?

La sua caratteristica più significativa mi sembra una grande onestà intellettuale, unita a valori democratici solidissimi. La sua capacità di guardarsi dentro e intorno con profondità e sensibilità è ancora oggi molto rara e a tratti commovente. Rodari è onesto e di conseguenza spinge anche il lettore a esserlo, cosa che dal mio punto di vista è sempre il più grande regalo della letteratura.

Nel libro c’è una bellissima intervista a Maria Teresa Ferretti Rodari, la moglie di Gianni. C’è qualche impressione dell’incontro che non hai riportato nel testo e che vuoi condividere con noi?

Ricordo gli incontri avuti con Maria Teresa Ferretti con grande affetto e stima: mi ha aperto la sua casa e mi ha accolta con grande disponibilità, raccontandomi con straordinaria sincerità molte delle sue riflessioni che però non ho incluso nel volume per rispettare il suo diritto alla riservatezza. Quello che posso dire è che ho avuto l’impressione che fosse una donna volitiva, capace, e che il loro rapporto fosse dialogico e di confronto: mi sembra da parte di Rodari una scelta coerente con le opinioni che ha espresso nei suoi scritti.

Paola Cairo

Chi è MARZIA CAMARDA?

 

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Imprenditrice culturale, editor, saggista, è esperta di gender equality e di didattica. È mentore strategica per start-up e promotrice di nuovi modelli di leadership. Nel 2005 ha fondato Verba Volant, azienda tutta al femminile che si occupa di servizi per l’editoria per i più grandi editori in Italia e per il mercato internazionale. Ha ricevuto il Premio Mela d’Oro Marisa Bellisario Giovani Talenti 2012 per la sensibilità ai temi che riguardano l’equilibrio di genere che si riflette nel suo modello di gestione di impresa.

 

 

 

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