(article avec glossaire)
Nel centenario della nascita dell’Albertone nazionale ripercorriamo la città eterna attraverso i luoghi che sono stati le tappe fondamentali nella sua vita.
Noi abbiamo avuto il privilegio di nascere a Roma e io l’ho praticata come si dovrebbe, perché Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi. Parlava così della sua amata città Alberto Sordi, di cui nel 2020 si celebrano i 100 anni dalla nascita; e continuava: una volta anche solo il fatto di andare a piedi, di salutarsi, di sentirsi parte di una società aiutava a essere più umani. A Roma un tempo, se uno passava di corsa, lo prendevano, lo sbattevano contro una porta e gli dicevano: «‘Ndo’ scappi?». Perché a Roma, se correvi come un matto, poteva voler dire solo che scappavi. Chissà cosa direbbe oggi, della “sua” Roma, Alberto: se potesse tornare per un attimo a camminare tra le piazze, le strade, i luoghi cari, schivando buche e sampietrini rimossi, rifiuti non rimossi, autobus in fiamme, traffico caotico e persone che “scappano”, per la fretta dei tempi moderni, da una bellezza che, nonostante tutto, resta immortale. Immaginiamo di vederlo mentre osserva la targa a lui dedicata sul muro della casa in Via san Cosimato a Trastevere: Qui di fronte, al civico 7 di una casa che non c’è più, il 15 giugno 1920 nasceva Alberto Sordi, attore ed indimenticabile interprete della storia di ogni italiano, parte ormai indelebile di ognuno di noi…
Da questa “casetta de Trastevere” Alberto bambino iniziò a conoscere Roma e ad amarla. Suggestivo il suo racconto della prima volta in cui visitò il Vaticano: avevo quattro anni quando vidi per la prima volta San Pietro e fu per il Giubileo del 1925. Ero in compagnia di mio padre, venivamo da Trastevere, dove ero e dove vivevo con la mia famiglia. Arrivammo percorrendo i vicoli, che poi furono distrutti, di Borgo Pio: un ammasso di casupole, piazzette, stradine. Poi, dietro l’ultimo muro di una casa che si aprì come un sipario, vidi questa immensa piazza. Il colonnato del Bernini, la cupola. Un colpo di scena da rimanere a bocca aperta. Ecco, quello che ricordo di più di quel Giubileo fu questa sorpresa. È una Roma sorprendente quella del piccolo “Albertone”, la Roma dei vicoli e “der Cuppolone”, di piazza Venezia e del suo infausto “balcone”… Qualche anno dopo la famiglia Sordi si trasferì sull’altra sponda del Tevere, in via dei Pettinari al civico 40, vicino a via delle Zoccolette e di fronte alla casa di un altro grande romano, Carlo Verdone, che da piccolissimo si divertiva a scherzare con Alberto e con il quale avrebbe, più tardi, girato il film In viaggio con papà.
Un altro luogo del cuore del grande attore è la Garbatella, quartiere romano che ha la stessa età di Sordi, perché fu fondato a febbraio del 1920. Qui Alberto veniva a trovare le sorelle e proprio qui, dall’oratorio del San Filippo Neri in via delle Sette Chiese, prese vita il personaggio di Mario Pio, il compagnuccio della parrocchietta.
Nel 1958 Alberto Sordi acquistò quella che divenne la sua dimora definitiva, la villa di via Druso, 45. Il grande slargo su cui confluiscono via Cristoforo Colombo, viale delle Terme di Caracalla e via Druso si chiama piazzale Numa Pompilio, ma per i romani, ancora oggi, quel luogo è identificabile molto più semplicemente come “casa de Alberto Sordi”. Incastonata fra l’Appia Antica e il parco, fu acquistata da Albertone per 80 milioni di lire, “soffiandola” all’amico Vittorio De Sica. Prevista la scorsa primavera e posticipata causa Covid, dal 16 settembre fino al 31 gennaio 2021 la villa potrà essere visitata grazie alla mostra organizzata dalla Fondazione Museo Alberto Sordi e completa di due cataloghi.
Gilda Luzzi
GLOSSAIRE par Élisabeth Méhat
Albertone : le grand Alberto
la tappa : l’étape
una volta, un tempo : autrefois, jadis
di corsa : en courant
sbattere : plaquer
’Ndo’ : où en romain
scappare: courir, fuir
il matto : le fou
un attimo : un instant
schivare : éviter
la buca : le trou
il sampietrino : le pavé (romain)
rimosso : manquant
i rifiuti : la plaque
la targa : la plaque
Trastevere : quartier de Rome
al civico : au numéro
« de » : de en romain pour di
il vicolo : la ruelle
la casupola : la bicoque
il sipario : le rideau de scène
il colonnato : la colonnade
il colpo di scena : le coup de théâtre
« der » : du en romain pour del
infausto : funeste
la sponda : la rive
scherzare: plaisanter
girare : tourner
il compagnuccio : le petit camarade
la parrocchia : la paroisse
lo slargo : l’espace, la place
il piazzale : la grande place
incastonato : encastré
posticipato : repoussé