Xavier BETTEL, Primo ministro
Nel consiglio dei ministri di oggi abbiamo parlato soprattutto del covid-19. Non posso nascondere l’aumento di casi positivi: è alto, ma era prevedibile sia per l’allentamento delle restrizioni sia per i tamponi a tappeto, ma quest’ultimi sono da farsi. Cifre allarmanti, ma non gravi. Il Ministero della Sanità si sta riorganizzando con diversi target per affrontare la situazione. Ogni ministro spiegherà ai proprio omologhi all’estero il perché di questi dati allarmanti: tamponi ai frontalieri, tamponi a tappeto… Venerdì solleverò questo punto al Consiglio d’Europa, ovvero che non dobbiamo essere puniti per questa scelta di test a tappeto.
Come procedere nei prossimi giorni? Prematuro fare annunci oggi, attendiamo feedback dei giorni a venire. Ci tengo a ricordarvi che i gesti-barriera sono sempre validi, sia fuori casa che dentro. Sono atti di solidarietà. Molti hanno pensato che il virus fosse qualcosa del passato, purtroppo non è così e per questo motivo dobbiamo fare sempre molta attenzione. Se le cifre aumentano indirò domenica un consiglio dei ministri straordinario per vedere che misure prendere.
Difendo la strategia dei test a tappeto, il cui fine è quello di proteggere la salute di tutti noi e ciò è molto importante. Noi facciamo anche il test a chi ha dei sintomi. Rispetto ad altri Paesi facciamo controlli anche se i sintomi sono leggeri. Comprendiamo che la gente vuole sapere e siamo assolutamente trasparenti. Il governo non ha nulla da nascondere, desideriamo un contatto ravvicinato con i vari Comuni affinché ci informino subito su un eventuale rialzo dei casi positivi. Situazione non grave negli ospedali, possiamo ancora gestirla, ma dobbiamo fare in modo che non peggiori. Ognuno di noi fa parte della soluzione.
Paulette LENERT, ministra della sanità
Bisogna sottolineare che i tamponi a tappeto di cui siamo molto fieri sono la base sulla quale bisogna lavorare poiché sono il miglior modo e il più efficace per identificare i positivi, isolarli e spezzare la catena di contagio. Abbiamo avuto molte settimane stabili con pochi casi positivi, ma ora quest’ultimi aumentano anche perché stiamo facendo molti più test. A differenza di altri Paesi che non stanno facendo test a tappeto come noi. La nostra comunicazione è molto importante, ora più che mai. Dobbiamo fare del nostro meglio per controllare la situazione. Siamo contenti di poter avere i mezzi per fare questi tamponi. Non dimentichiamo che siamo fra i Paesi che hanno avuto una cifra relativamente bassa di decessi. È questa à stata la nostra priorità. Tutte le cifre sono trasmesse a Bruxelles e con trasparenza. Abbiamo spiegato la questione dei frontalieri sulla percentuale degli infettati. In merito alle nuove infezioni posso dire che molti risultati positivi erano già in quarantena volontaria e questo dimostra un gran buon senso. Stiamo cercando di fare al meglio il tracciamento dei contatti di chi è positivo; non abbiamo ancora misure precisissime per ora, ma sono molto buone. Abbiamo accelerato molto il tracciamento perché più tempo si perde e più contagi a catena si rischiano.
Si tratta di un lavoro dove si lotta contro il tempo e al tempo stesso si deve rispettare la privacy. Raccogliamo le informazioni che la gente ci fornisce, ma non siamo in un campo giudiziario e dobbiamo lavorare su ciò che le persone ci dicono. Bisogna comprendere che le distanze sono importanti, a volte c’è il malinteso: se si è in pochi si pensa che ci siano meno rischi. Assolutamente no. Bisogna davvero ben rispettare i gesti-barriera, anche nella vita privata. Gli assembramenti aumentano il rischio e rendono più difficile il tracciamento a posteriori (cercare i telefoni di tutte le persone contattate, chiamarle, testarle…). Non richiedete test privati se non necessario, perché il sistema è già sovraccarico con i tamponi a tappeto. Il nostro Paese non è così restrittivo come altri, quindi, in cambio, vi chiediamo lo sforzo di rispettare i gesti-barriera e usare il buon senso.
Dichiarazioni a seguito di alcune domande
In merito ai ritardi nel pagamento dei medici, stiamo lavorando per risolvere la questione, dovuta a questioni burocratiche. (Lenert)
I laboratori privati non riescono a soddisfare le domande di tutti e subito, perché c’è un sovraccarico dovuto a chi deve fare i test in priorità. Dobbiamo agire con coscienza e non chiedere test se non estremamente necessario. C’è una differenza di priorità fra chi chiede un test per andare a fare shopping a Trier e chi lo chiede perché sta partendo in ferie e non vuole rischiare l’annullamento del viaggio o relativa richiesta di rimborso… (Lenert/Bettel)
In merito alle informazioni sui cluster, ho molti scambi in merito a ciò. Sistematicamente si comunica sulla causa dell’infezione. (Lenert)
Legge che sarà votata domani sarà sulle restrizioni necessarie, che discuteremo con gli esperti. Non saranno più tenui… (Bettel)
Mr Asselborn ha avuto contatti con i responsabili della regione di Saarbrucken. Ci danno informazioni che poi vengono smentite. Ogni ora la situazione cambia. Ci hanno promesso di non chiudere le frontiere. Il Belgio non ci ha dichiarato zona rossa, attendo stasera per gli aggiornamenti dal governo belga. (Bettel)
In quanto al fatto se si può parlare di una seconda ondata, è una discussione senza fine; si potrà capire solo a posteriori. (Lenert)
Tracciamento con l’app? Il digitale non rimpiazzerà mai l’analogico, per ora si fa solo questo. (Bettel)
L’opposizione ha criticato in conf. presse di stamattina la mancanza di informazioni sull’emergenza sanitaria. Suo commento? (WORT)
Non conosco i contenuti, ma posso dire che cerchiamo di fare del nostro meglio in tempi stretti. Una volta a settimana diamo il feedback, diamo le cifre che abbiamo. Siamo molto più precisi che in altri Paesi, ma devo ancora meglio conoscere le loro critiche. (Lenert)
(Red/MGG)