L’8×1000 è la percentuale dell’imposta fissa sui redditi delle persone fisiche (IRPEF) che è possibile destinare allo Stato o ad una confessione religiosa attraverso la dichiarazione dei redditi. Le somme raccolte attraverso l’otto per mille devono essere utilizzate dai beneficiari (Stato o confessioni religiose) per le finalità definite dalla legge Intesa.

L’8 per mille nasce nel 1984, quando il Concordato tra la Repubblica Italiana e la Chiesa Cattolica termina i trasferimenti diretti a sostegno del clero e dell’edilizia di culto introducendo questa nuova modalità di finanziamento. La legge di attuazione 222/1985 prevede che i cittadini contribuenti possano scegliere di destinare l’8 per mille della propria IRPEF allo Stato o alla Chiesa Cattolica. Successivamente all’emanazione della legge di attuazione 222/1985,  altre confessioni con riconoscimento della personalità giuridica pubblica hanno stipulato un’intesa con lo Stato, potendo così accedere all’opzione dell’8 per mille. L’intesa, atto avente forza di legge ordinaria, dispone anche la modalità di destinazione delle somme. Le quote non espresse sono ripartite secondo le preferenze assegnate.

Per quanto riguarda la Chiesa cattolica i fondi sono destinati a esigenze di culto della popolazione (comprende anche tutela del patrimonio architettonico), sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi in via di sviluppo. 

Fino a febbraio 2021, ogni mese troverete in questa nuova rubrica una testimonianza dei nostri lettori che scelgono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica spiegandoci le motivazioni alla base della loro scelta.

(Red)

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