Domani al Circolo Ricreativo e Culturale “E. Curiel” alle ore 19, Gianni Fresu, professore di Filosofia politica alla Universidade Federal de Uberlândia/MG Brasil e Presidente dell’International Gramsci Society Brasil, presenta il suo ultimo libro : Antonio Gramsci. L’uomo filosofo (Aipsa, 2019). Evento QUI
Come nasce l’idea di scrivere un libro su Gramsci, l’uomo filosofo?
Negli anni mi sono formato e ho lavorato con continuità attorno all’opera di Antonio Gramsci, tuttavia, mancava ancora una mia monografia che condensasse l’insieme di tali indagini scientifiche. Questo volume è il frutto di una lunga e articolata gestazione, la sintesi dei miei studi e delle mie precedenti pubblicazioni sulla figura di Antonio Gramsci. La prima monografia da me realizzata risale al 2005, Il diavolo nell’ampolla: Antonio Gramsci, gli intellettuali e il partito, pubblicata dalla casa editrice “La città del sole” con l’Istituto Italiano per gli studi filosofici. Dopo tanti anni, s’impose la necessità di un progetto nuovo in grado di offrire una visione d’insieme più ampia, organica e completa tanto del processo di formazione intellettuale quanto delle principali categorie analitiche elaborate dal pensatore sardo. Così ho deciso di realizzare questa biografia intellettuale dando carattere sistematico a un’idea di fondo, la continuità dell’elaborazione gramsciana, nelle tre diverse fasi della sua vita, attorno a una contraddizione ritenuta da Gramsci centrale: quella tra lavoro intellettuale e manuale, dunque tra dirigenti e diretti.
In tal senso l’espressione “l’uomo filosofo” sintetizza al meglio l’idea di emancipazione umana in Gramsci, intesa non solo come abolizione delle contraddizioni sociali che impediscono l’effettiva uguaglianza tra gli uomini, ma come sovvertimento della gerarchia che divide l’umanità in dirigenti e diretti, contrapponendo lavoro intellettuale e lavoro manuale.
Questa frattura non ha nulla di naturale, ma è il frutto di un lungo processo di divisione e specializzazione del lavoro funzionale a determinati rapporti sociali di proprietà. Presentare il sapere, la filosofia, la politica come materie troppo complicate e inaccessibili per i semplici ha per Gramsci una funzione operativa ben definita: porre l’esigenza inderogabile di una casta incaricata di amministrare le funzioni intellettuali, in tutte le sue dimensioni, capace di rendere invalicabile il confine tra lavoro manuale e intellettuale, fino a rendere insuperabile la condizione di subalternità delle masse popolari.
Tenendo conto dell’attuale situazione politica italiana, quanto importante sarebbe prendere in considerazione la filosofia di Gramsci?
In una fase storica segnata dalla cosiddetta “crisi della politica”, nella quale l’istituto della rappresentanza parlamentare perde progressivamente di prestigio e consenso tra i cittadini, le riflessioni dell’intellettuale sardo attorno alla contraddizione tra governanti e governati assumono grande importanza, fornendo spunti e stimoli per comprendere i problemi della modernità. Al di là di questo, Gramsci ha il merito storico di aver chiarito tra i primi, con profondità e continuità, quanto la centralizzazione politica e i rapporti di forza di una società moderna e sviluppata si determinano più sul piano egemonico (apparati privati della società civile) di quanto non avvenga nella dimensione tradizionale del dominio diretto dello Stato (diritto, esercito, magistratura).
Nella realtà contemporanea, segnata dall’onnipresenza dei mezzi di comunicazione di massa e da nuovi veicoli di diffusione delle informazioni (internet e social network) ancora più invasivi di quelli tradizionali, l’importanza degli organismi incaricati di formare l’opinione pubblica (anzitutto i grandi mezzi di comunicazione di massa) è un fatto assodato. Al di là delle campagne elettorali, che si servono sempre più di strumenti virtuali (WhatsApp, Facebook, Twitter), la lotta senza quartiere tra i soggetti in campo per influenzare l’opinione pubblica e determinarne gli orientamenti costituisce oggi una delle più importanti sfide della politica.
Una delle ragioni dell’interesse scientifico verso Antonio Gramsci, cresciuto enormemente a livello internazionale negli ultimi anni, riguarda l’attenzione riservata dai suoi studi al momento della direzione culturale nella definizione degli assetti di potere di una società moderna.
A chi consiglia di leggere il suo libro e perché ?
Consiglio questa lettura a chi intenda farsi un’idea d’insieme dell’elaborazione di Antonio Gramsci attraverso lo studio delle sue principali categorie, che io reputo essenziali agli sviluppi della moderna filosofia e scienza politica, allo studio della storia, della cultura italiana e mondiale. All’interno di questo lavoro, a partire dal mio personale punto di vista, ho provato a chiarire il processo della formazione intellettuale di Gramsci cercando di fornire un quadro concettuale e analitico il più possibile utile a comprendere il suo pensiero.
Amelia Conte