In concomitanza con le piazze di Bologna, Barcellona e Monaco di Baviera #6000sardineLussemburgo si sono strette e hanno manifestato tutte insieme. Non erano 40000 come a Bologna e nemmeno #6000sardine, come vuole lo slogan inventato dal gruppo di Mattia Santori, ma sicuramente un centinaio gli italiani, giovani, anziani, famiglie e bambini che hanno sfidato la giornata dal tempo variabile lussemburghese e si sono ritrovate oggi, 19 gennaio 2020, a Place Clairefontaine nella capitale del Granducato per affermare i valori della Costituzione e dissentire pacificamente contro la deriva populista e violenta dell’Italia.
“Pensiamo – ha declamato Antonio, tra gli organizzatori – che il messaggio populista non dia risposta al dramma delle migrazioni ma identifichi nemici da odiare su cui scaricare rabbia e additarli come responsabili della nostra condizione economica e della nostra insicurezza. A questa falsa rappresentazione della realtà, a questo odio propagato sui social media, noi rispondiamo con la nostra presenza fisica in piazza, a dimostrazione del nostro dissenso pacifico”. Nei giorni scorsi si sono scatenati anche gli haters-odiatori su una delle pagine di Italiani in Lussemburgo, dopo che un cittadino aveva condiviso l’articolo apparso su L’Essentiel dedicato al flashmob lussemburghese (Qui l’articolo). Una scarica di insulti pesanti sul piano personale e professionale avevano costretto l’utilizzatore a ritirare il post, senza nessun tipo di moderazione da parte degli amministratori della pagina.
Un ennesimo episodio di intolleranza in rete e violenza verbale, questa volta tra alcuni degli italiani residenti nel Granducato, che è chiaramente un fenomeno che rischia di crescere esponenzialmente anche tra le pagine dedicate agli expat, quando si affrontano temi legati alla politica e ai diritti civili.
Gli haters forse non sanno che, come ci ricorda l’avvocato Marisa Marraffino (esperta di diritto web): “Capita che articoli di giornale o post sui social network vengano commentati dagli utenti con frasi che possono integrare dei veri e propri reati. Succede quando si va oltre il diritto di critica, garantito dall’art. 21 della Costituzione, per trasmodare nell’invettiva e nelle offese all’altrui reputazione. In questi casi per la legge italiana l’utente risponde in genere per il reato di diffamazione aggravata dal mezzo di pubblicità, ex art. 595/3 c.p., oppure dall’odio razziale. E precisa: Anche condividere o mettere like a contenuti illeciti potrebbe esporre a una responsabilità penale a titolo di concorso nel reato. In Italia ci sono già stati i primi rinvii a giudizio per chi ha messo “mi piace” a contenuti offensivi o li abbia condivisi. Gli amministratori dei gruppi social, i titolari delle pagine e in generale chi gestisce un sito devono stare attenti anche ai contenuti pubblicati dagli altri utenti”.
In Lussemburgo esiste il portale BEE SECURE che promuove un utilizzo più sicuro delle nuove tecnologie, mettendo a disposizione del pubblico una Helpline e una Stopline per segnalare i casi di cyberbullismo, campagne d’odio e contenuti illegali. Tutte le info sull’hatespeech QUI. La polizia è il principale punto di contatto per qualsiasi cittadino vittima di un crimine informatico (attacco di phishing o ransomware; cyber-mobbing).
Il contesto italiano è quello che spiega Roberto, tra gli organizzatori della manifestazione delle sardine. “Hanno fatto credere – ha dichiarato – che i principali problemi della convivenza sociale fossero gli immigrati. E questo nel Paese, l’Italia, con una delle criminalità più organizzate e pericolose del mondo ; con uno dei tassi di evasione più alti al mondo; dove la gente è tornata a partire. No Salvini, la Lega, la loro cultura dell’intolleranza e della paura sono tra i principali problemi del nostro Paese, questa è la verità”. E ancora: “Qui c’è il desiderio di una idea diversa di convivenza civile – ha continuato – una proposta diversa di azione politica, un offrirsi diverso come persone e come cittadini: basta con l’odio come veicolo del messaggio politico! Ci si può scontrare anche aspramente ma senza iniettare paura, odio, cinismo, rancore sociale e culturale”.
Roberta, tra gli organizzatori, poi ha letto i 6 punti programmatici delle sardine, che trovate QUI
Alcuni tra i partecipanti, sono stati chiamati a leggere gli artt.2, 3, 10, 11, 54 della nostra Costituzione per riaffermare i principi fondamentali su cui è nata la nostra Repubblica. Principi e valori che vanno ricordati ogni giorno e diffusi maggiormente per rendere i cittadini più consapevoli delle parole come solidarietà, pace, uguaglianza ma anche dei diritti e doveri che sono alla base della convivenza civile.
Tra Com’è profondo il mare di Lucio Dalla cantata da Igor Tak, a Ho visto un re!di Enzo Iannacci, interpretata da Luca Machiacchini e l’immancabile Bella Ciao, i manifestanti hanno accennato qualche passo di danza sulle note di una tammurriata.
Tante le sardine colorate in cartone, in stoffa o con materiale riciclato realizzate dai partecipanti grandi e piccini. Tanti i sorrisi e le strette di mano per riconoscersi come comunità consapevole di volere un nuovo modo di fare politica e un rinnovamento nella società. Anche da italiani fuori dall’Italia.
E, come ha dichiarato oggi Santori a margine dell’evento di Bologna. “Per questo siamo qui: per dire che un’alternativa effettivamente c’è e da una piccola piazza si può arrivare a una grande piazza e addirittura a cambiare il risultato delle elezioni. La nostra speranza è che queste piazze si traducano in partecipazione elettorale, in una presa di coscienza”.
“Non siamo soli – hanno concluso gli organizzatori – ci sono altri che la pensano come noi e siamo in tanti”. (picci) 6000sardineLussemburgo