Ricorrono quest’anno i 500 anni dalla sua morte. Tutto il mondo celebra l’artista raffinato, l’ingegnere idraulico e l’architetto che tutto il mondo ci invidia

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Leonardo affascina per il suo sguardo sul futuro. Quest’anno si celebrano i 500 anni dalla sua morte, avvenuta ad Amboise il 2 maggio 1519. Ci saranno numerose celebrazioni in suo onore, soprattutto nei tre luoghi dove ha vissuto e svolto il suo operato: Firenze, Milano e Amboise. Leonardo era un artista estremamente raffinato e questo lo si deduce dalla delicatezza delle forme delle sue figure e dei dettagli, in particolare delle mani, sempre molto belle e curate, sia in pittura che nei disegni anatomici o meccanici come, per esempio, quelle della Madonna nella Vergine delle Rocce o quelle di Beatrice Cenci nella Dama con l’ermellino. Leonardo è stato anche pittore di corte presso gli Sforza, al tempo di Ludovico il Moro, il quale gli commissionò una serie di ritratti. Oltre alla già citata Dama con l’ermellino si aggiungono La Belle Ferronière, il Ritratto di Musico – paragonabile ai mirabili ritratti di Antonello da Messina – e il ritratto per eccellenza, La Gioconda. La ricchezza dei particolari, gli sguardi intensi o sfuggenti rendono questi quadri “vivi”. La Gioconda è stato il quadro più amato da Leonardo, quello più intrigante. Si è detto di tutto su quest’opera: che fosse una sua amica, moglie di Ser Giocondo; o che fosse addirittura un uomo, suo amante. Altro punto fermo nei suoi dipinti è la natura che, talvolta, fa da sfondo, come nelle splendide tele La Vergine delle Rocce e La Vergine, il Bambino e sant’Anna; oppure diventa soggetto, si impone, come nel San Girolamo, dove è un tutt’uno con la figura del san-to. Quest’opera, come L’Adorazione dei Magi, rappresenta il “non finito” di Leonardo, con un’accettazione diversa rispetto a quella di Michelangelo. Nell’Adorazione, accanto alle figure delineate della Madonna, di Gesù e dei Magi, si intravedono quelle dei cavalli e delle altre persone presenti nella scena. C’è una grande vitalità, che si contrappone alla figura centrale della Madonna e di Gesù Bambino, come se la loro autorevolezza

creasse il disordine del contesto: tutti smarriti, si ritrovano nella centralità di Gesù. Il capolavoro in assoluto di Leonardo è senza dubbio L’Ultima Cena, affresco che si trova nel refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. È un’opera straordinaria che, nonostante i recenti 20 anni di restauro, purtroppo denuncia le “pecche” della realizzazione. Leonardo non usò le pitture adatte agli affreschi, ma volle sperimentare delle tecniche nuove. Questo ha portato inevitabilmente, col tempo, allo sgretolamento del colore e sarà sempre più difficile conservarlo. Leonardo non era solo pittore. Come sappiamo è stato una personalità eclettica. Geniale nella medicina: i suoi studi anatomici sui cadaveri gli hanno permesso di illustrare il corpo umano con perfezione assoluta e questa ossessione per la perfezione lo ha portato alla realizzazione dell’Uomo Vitruviano.

Leonardo ingegnere idraulico/meccanico e architetto. Fu a Milano, grazie alla presenza dei Navigli, che poté sbizzarrirsi, realizzando le famose “chiuse leonardesche”, tuttora presenti lungo i navigli milanesi. L’architettura è presente nei numerosi disegni di giardini pensili, chiese o nel progetto dell’avveniristica “città verticale”, riferita a Milano. Nella sua straordinaria genialità Leonardo si è occupato anche di studi sul volo e sulle macchine da guerra, dove hanno preso forma i suoi sogni e le sue “visioni”.

Anna Violante

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