Pare ne esistano 5 tipologie, scientificamente provate. Di sicuro, per tenerli alla larga, l’aglio non funziona
Da ragazzo, leggendo Bram Stoker, rimasi affascinato dai vampiri, soprattutto per via della loro presunta immortalità. Crescendo, tra libri e film, ho continuato ad approfondire la conoscenza di queste figure fantastiche e ho capito due cose fondamentali: la prima è che l’immortalità è di una noia terribile, per sconfiggerla bisogna dormire per gran parte del giorno. La seconda è che, anche se non come li immaginiamo, i vampiri esistono davvero.
Sto parlando dei vampiri emozionali, ovvero persone che fanno leva sui rapporti interpersonali per succhiare energie emotive a chi li circonda.
Lo psicologo americano Bernstein ha teorizzato 5 tipologie, che andrò ad elencarvi a modo mio. Per questioni pratiche ho lasciato il termine al genere (linguistico, solo linguistico!) maschile, ma, poiché non vogliamo rischiare discriminazioni di sorta, la specifica vale ovviamente per entrambi i sessi.
Il narcisista: è la “primadonna” o “primouomo”, a seconda dei generi. Gatta morta/femme fatale oppure primo-della classe/sciupafemmine. Tutto deve girare attorno a loro sennò sono guai. L’aglio non serve per tenerli a bada. Gli antidoti sono altri… nel primo caso si chiude il portafogli, nel secondo si apre il cervello.
Il vittimista: è la persona che crede di avere tutti i problemi del mondo, ma se la assecondate, le vere vittime sarete solo voi. Se ci state insieme, vi consiglio di lasciarle immediatamente, conviene a entrambi: voi sarete liberi e loro finalmente avranno una tragedia reale per cui struggersi!
Il controllore: qui non c’è bisogno di immaginarselo, Verdone ha fatto già il lavoro. È colui che tormenta lei mettendo bocca su tutto. Lo ricordate il finale? Lei fugge con lo sconosciuto incontrato in autogrill.
I ruoli possono anche invertirsi, ovvio!
Il logorroico: è un vampiro strano, è capace di parlare per ore, evidentemente lui non dorme di giorno come gli altri vampiri. Quelli che avranno bisogno di dormire per riposare le orecchie siete voi. La soluzione? La classica testa d’aglio. In bocca. Mentre parla.
L’attore drammatico: è simile alla vittima, tende a esagerare facendo una sceneggiata per il minimo problema. In pratica è Mario Merola, ma in versione Twilight.
Insomma, i vampiri veri non si attaccheranno alla gola delle vittime, ma sicuramente si attaccano a quelli che Montalbano chiamerebbe “cabbasisi”.
Steve M. Scarz