Foto: Gilda Luzzi
Foto: Gilda Luzzi

 

“E’ la mia seconda volta e se già nella prima si mormorava che errare è umano, io oggi dico che perseverare è artistico perché altrimenti non ci sarebbe nessuna motivazione a ripetersi”.

Parte così, nella conferenza stampa di apertura della 69a edizione del Festival di Sanremo presso la sala Stampa dell’Ariston, il direttore artistico Claudio Baglioni insieme a Claudio Bisio e Virginia Raffaele. “E’ stato difficile l’anno scorso ma credo che come in ogni gran premio della montagna alla fine quando hai anche vinto ti ricordi solo le discese e ti sei dimenticato tutte le salite. Le salite ci sono state anche stavolta, anzi qualcuna anche più aspra e più difficile da scalare.” Infatti, le difficoltà Baglioni ha dovuto affrontarle quest’anno ancora prima che il palco dell’Ariston si sia aperto, polemiche rispetto alla scelta dei testi che hanno fatto addirittura gridare alla “censura”, rispetto alla scelta degli interpreti, rispetto ad eventuali conflitti di interessi, e soprattutto rispetto al suo modo di essere e di esprimersi. Ma lui è grande artista e non può celare il suo pensiero neppure se è il direttore artistico della più importante manifestazione musicale italiana.

A tal proposito la direttrice di RaiUno, Teresa De Santis, che ha aperto la conferenza stampa, ha sottolineato come tra lei e Baglioni i contrasti siano un antico ricordo e, anzi, ha evidenziato i punti di forza del Festival, e fatto i complimenti anche per le scelte musicali ardite. Tuttavia, a sentirli parlare sembrano davvero universi distanti anni luce, lei che usa il termine “italianità” mentre lui ribadisce l’”internazionalità” della musica italiana.

Al mio primo affacciarmi all’estero all’età di 19 anni – continua il direttore artistico – avevo ottenuto un piccolo successo in un festival internazionale che si teneva in Polonia e io con cinque ragazzi di Cinecittà partimmo e ci chiamammo “Sanremo Six” e ancora oggi quando mi muovo all’estero trovo spesso delle menzioni al Sanremo”.

L’anno scorso abbiamo portato sul palco l’immaginazione e non avremmo mai immaginato che avrebbe avuto un riscontro di questo tipo, sia in termini numerici che in termini di gradimento qualitativo.  Questo Festival sarà molto simile a quello dell’anno scorso, ma io vorrei che da nazional-popolare continuasse a diventare popolar-nazionale e lo dico non per una sana autarchia ma perché ritengo che l’internazionalità degli artisti italiani debba essere valorizzata. Questo dovrebbe essere il Festival dell’armonia anche se, per le giornate che abbiamo avuto è strano da dirsi, ma l’armonia non è un risultato di partenza ma è una conquista, la cerchiamo tutti i giorni nella nostra vita e per un musicista l’armonia è fondamentale, addirittura uno studio, mettere insieme note anche distanti”.

Claudio Bisio, che abbiamo visto un po’ impacciato nel ruolo, ha promesso che farà le presentazioni in stile ufficiale Sanremo e che eviterà il turpiloquio mentre Virginia Raffaele, sufficientemente emozionata, ha detto che per lei questa esperienza è un regalo e spera di essere all’altezza (anche se nessuno ne dubita).

Nel pomeriggio prove generali. Segnatevi Simone Cristicchi per il testo, Berté per l’energia, Ultimo per l’atmosfera, Paola Turci e Enrico Nigiotti per l’emozione. Nel complesso i testi sono di un ottimo livello ma come sempre è meglio aspettare altri ascolti per dare un giudizio completo.

Gilda Luzzi

 

 

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