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E’ italiana, ha 42 anni ed è esperta in comunicazione e pubbliche relazioni. Intervista a Nicoletta Voltarelli, candidata al Comune di Bruxelles (Ixelles) per il voto del prossimo 14 ottobre.

Chi è Nicoletta Voltarelli?

Italiana, 42 anni, esperta  in comunicazione e pubbliche relazioni. Dopo aver vissuto anni tra Firenze, Roma e la Francia, ho deciso di trasferirmi a Bruxelles, città dove tra le altre cose avevo scritto la mia tesi di laurea in Storia del Teatro Francese. La mia tesi è stata la traduzione dal francese all’italiano di “Un Faust” del drammaturgo belga Jean Louvet che ho avuto l’onore di intervistare e incontrare più volte. La sua era un’opera profondamente politica che testimoniava la difficile condizione degli operai nelle miniere. Inoltre Louvet è stato tra i primi firmatari del Manifesto per la cultura vallone.

Come ti sei avvicinata alla politica? 

Diciamo pure che sono cresciuta a pane e politica. Quando sono nata, mio papà era nel bel mezzo di un comizio in piazza, in corsa per il suo nuovo mandato da sindaco. La mia famiglia ha profonde radici socialiste. Quando ero piccola erano gli anni di “nonno” Giacomo Mancini, storico rappresentante del Partito Socialista Italiano, Ministro della Sanità e poi ai Lavori Pubblici, con la mia famiglia frequentavamo regolarmente la sua casa “Aria Rossa”, dove sono praticamente cresciuta. Diciamo pure che ho sempre nutrito in me questa passione, questo fervore per la politica, la rabbia contro l’ingiustizia, la predisposizione ad andare verso gli altri, ad ascoltarli, aiutarli, difenderli. Questa è la politica.

Sei candidata per le elezioni comunali di Ixelles del 14 ottobre 2018 per il PS. Perchè questa scelta? Quali sono i punti principali del tuo programma?

Una scelta che definirei naturale e coerente con la mia storia. Non avrei potuto candidarmi con un altro partito se non con il Partito Socialista. La prima cosa che mi ha spinto ad accettare questa grande sfida è il fatto di voler mettere a disposizione del mio Comune le mie esperienze, le mie competenze e la mia energia di donna che dopo anni di lavoro e studio in Italia, ha deciso di rimmettersi in gioco in un Paese che non era il suo. Altra lingua, meglio dire altre lingue visto che qui a Bruxelles le lingue ufficiali sono 3, altro sistema governativo, fiscale, sociale ed economico. Il mio scegliere di venire a vivere qui è stato l’inizio della sfida che ora continua con questa candidatura.

Per quanto riguarda il mio programma, ho sempre lavorato nel campo della cultura e sono sempre stata particolarmente attenta e sensibile alle pari opportunità, per questa ragione focalizzo la mia attenzione sull’educazione e aumento dell’accessibilità alla scuola,  creazione di più spazi verdi, promozione del patrimonio culturale, supporto agli artisti, creazione di spazi più accessibili, solidali, sicuri per facilitare l’integrazione, attivazione di progetti per avvicinare i giovani alle arti.

Credi che l’impegno personale sia incisivo per cambiare le cose?  

Si. Credo che ognuno di noi, ogni giorno possa dare un apporto e contribuire a cambiare le cose. Credo che, affiché questo accada, bisogna crederci davvero. Bisogna essere determinati, arrabbiati, ma anche umili, pazienti e testardi allo stesso tempo.

Perchè votarti?

Perché sono sincera e non ho fame di affermazione ma ho tanta voglia di lavorare, dialogare e parlare con la gente, ascoltarla ed esserne la portavoce.

Credo che in politica non sia necessario solo essere diplomatici e determinati ma anche e soprattutto umili e con la capacità di empatizzare con gli altri.  Credo che sia urgente ridare alla politica quel suo aspetto umano per darle di nuovo la forza di riuscire a parlare con tutti a tutti i livelli. Una forza che da un po’ di tempo non ha più. Era questo che le permetteva di comprendere le esigenze e i bisogni delle persone. Era questo che rendeva la politica un qualcosa di fondamentale per le comunità.  Io credo che tutto questo si possa riconquitare, insieme, dando fiducia alle persone giuste.

Intervista a cura di Paola Cairo

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