Pubblicato dalla Commissione europea il “Quadro di valutazione dell’innovazione in Europa” 2018. Si tratta di una classifica dei paesi europei stilata attraverso l’analisi di un set di indicatori economici che misurano l’impatto dell’innovazione nei processi economici dei paesi. La Svezia si riconferma il Paese leader nell’Unione Europea in termini di ricerca e implementazione di soluzioni innovative in tutti i campi, insieme a Danimarca e Finlandia. Seguono Paesi Basi, Regno Unito e Lussemburgo che quest’anno scala la classifica di due posizioni passando al sesto posto. Sono questi gli “Innovation leaders”, le cui performance superano di almeno il 20% il dato della media europea, con il Lussemburgo nuovo arrivato. La Germania retrocede tra gli “Strong innovators”, cioè i Paesi che hanno un tasso di innovazione uguale o superiore alla media europea. In sua compagnia troviamo Belgio, Irlanda, Austria, Francia e Slovenia. Segue il gruppone dei “Moderate innovators” dove troviamo l’Italia, tutti sotto la media UE. Infine i due “Modest innovators”, Bulgaria e Romania, che si fermano sotto la metà del tasso medio di innovazione.
Nei singoli settori, si distinguono la Danimarca per le risorse umane e l’ambiente favorevole all’innovazione, il Lussemburgo per i sistemi di ricerca attrattivi, la Francia per i finanziamenti e il sostegno, l’Irlanda per l’innovazione nelle PMI, gli effetti sull’occupazione e sulle vendite, il Belgio per i collegamenti e la collaborazione nel campo dell’innovazione. Immobile dunque l’Italia che rimane al diciannovesimo posto nella classifica stilata dalla Commissione europea che raccoglie i Paesi più innovatori dell’eurozona, avanza invece il Lussemburgo vantando il miglior sistema di ricerca: i tre indicatori utilizzati sono le co-pubblicazioni scientifiche internazionali, le citazioni di pubblicazioni scientifiche e la quota di dottorandi stranieri. Nel complesso il rendimento innovativo dell’Unione Europea è aumentato del 5,8% dal 2010, recuperando terreno sui “big dell’innovazione” come Canada, Giappone e Stati Uniti, e, mantenendo un discreto vantaggio su Cina e BRICS.
Stella Emolo