“Camminamente – il Mondo dei Camminatori, i Camminatori del Mondo” è la prima mostra nazionale dedicata al Cammino. Scarpe, strade, pellegrini, camminatori… quando le scarpe raccontano il pensiero, perché il viaggio non è solo un’esperienza fisica ma anche, come sottende il titolo, una grande esperienza mentale: è “l’attimo del pellegrino quello che serve per ascoltare e per ascoltarsi, quel momento magico che giunge dopo chilometri di polvere, in cui ti fermi e senti l’essenza del viaggio diventare pensiero unico”.
Organizzata dal giornalista e artista vicentino Antonio Gregolin, insieme all’Associazione Terra nelle Scarpe, la mostra è ospitata presso un luogo simbolo per i pellegrini: il chiostro Sisto IV della Basilica di San Francesco in Assisi ed è visitabile fino al 17 settembre, da lunedì a sabato dalle 8.00 alle 18.30, con ingresso gratuito. Di domenica l’orario è dalle 13.00 alle 18.30.
Da sempre l’uomo ha idealizzato la vita con il movimento, la morte con il suo contrario: il fermarsi. Non vi è cultura che non abbia espresso attraverso il cammino il suo stare al mondo. Non vi è uomo o donna che sentendosi vivo, non senta il desiderio di esplorare, conoscere, incontrare. Questo significa: camminare!
“Vieni al Cammino e senti le stelle sotto i tuoi piedi. Sogna di arrivare chi cammina e chi arriva sogna di tornare a camminare”. Così il visitatore viene incitato ad intraprendere il viaggio all’interno della mostra che è un autentico cammino dentro la storia: dalle impronte fossili dei primi ominidi bipedi, per passare a quella dell’Illuminato Buddha, attraverso le tracce dei nativi americani con i loro mocassini colorati a alle tipiche calzature ciociare, le scarpe da tratturo, fino ai grandi camminatori per passione e sport come, tra gli altri, Nives Meroi e Romano Benet che sono arrivati sulle 14 vette più alte del mondo o Carla Perrotti donna da deserto.
C’è anche l’esperienza di chi racconta il cammino degli altri, la storia il passato, la vita come Marco Paolini attore e regista che dice “il mio è un mestiere che ti porta sempre a metterti le scarpe degli altri” o i racconti di Emilio Salgari che nei i suoi meravigliosi romanzi di avventure sosteneva che “scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli”.
La seconda parte ospita “Le scarpe della memoria ” con autentici cimeli storici di chi è stato costretto a camminare per forza, per salvarsi la vita. E’ la guerra delle scarpe attraverso cui è raccontata tutta la tragedia del’900: dalle scarpe della Prima Guerra Mondiale, ai campi di concentramento, dagli esuli istriani, alla Sarajevo assediata, fino alle scarpe raccolte da uno scafo vuoto di migranti a Lampedusa. Il percorso espositivo si conclude con le scarpe di S. Francesco, eccezionalmente esposte per l’occasione nella Cappella di S. Nicola nella Basilica Inferiore.
E alla fine c’è, dunque, sempre la meta, l’arrivare… come dice il curatore della mostra, Antonio Gregolin “il ritrovare l’aria di casa che ti dice che puoi finalmente fermarti. Ad attenderti, il ricordo delle primissime scarpe che ti hanno avviato al Cammino della Vita. Quelle della tua infanzia, con cui sei divenuto grande, il cui ricordo ti dice che ovunque tu vada o da dovunque tu venga, loro restano ad aspettarti nello scaffale dei ricordi, in ogni momento della tua vita e del viaggio”.
Gilda Luzzi