Quante volte ci siamo visti richiedere certificazioni con dati personali che avevamo già comunicato decine di volte in altre occasioni? Se le diverse banche dati della Pubblica Amministrazione potessero dialogare tra di loro, non dovremmo ogni volta fornire informazioni che sono state già archiviate. E tanti errori potrebbero venire eliminati in automatico. Penso, ad esempio, alle migliaia di plichi elettorali che ad ogni tornata elettorale non raggiungono gli elettori perché l’elenco degli aventi diritto del Ministero degli Esteri non coincide con quello del Ministero degli Interni.
Tutto questo, nel giro di un paio di anni, potrebbe essere solo un lontano ricordo. Almeno a giudicare dalla competenza con la quale un gruppo di giovani esperti sta lavorando per cambiare le cose. Creando una sorta di grande contenitore informatico in cui le diverse amministrazioni dello Stato si potranno scambiare le informazioni in loro possesso.
Li ho incontrati presso la Presidenza del Consiglio, dove lavorano da appena qualche mese, su iniziativa del Governo Renzi. Il responsabile, Diego Piacentini, è un italiano all’estero, che è anche vice-presidente della multinazionale Amazon. Si è preso due anni di pausa dal suo incarico in America per lavorare, gratuitamente, per il Governo italiano. Perchè contribuendo a renderlo più moderno e più efficiente ritiene di potere restituire al suo Paese, quanto l’Italia ha fatto per lui, formandolo e offrendogli le basi che lo hanno portato a fare carriera.
Piacentini ed il suo team, per i prossimi due anni, studieranno soluzioni innovative per rendere i servizi pubblici facilmente accessibili, ad esempio tramite telefoni cellulari, e in modo integrato, cioè facendo comunicare fra loro i diversi uffici amministrativi. Nel tentativo di fare sì che in futuro, tutte le incombenze burocratiche si possano sbrigare senza doversi recare personalmente negli uffici, senza perdite di tempo, al computer o al cellulare.
Inoltre, il gruppo di esperti aiuta le pubbliche amministrazioni centrali e locali a prendere decisioni migliori e il più possibile basate sui dati, grazie all’adozione delle più moderne metodologie di analisi. Spesso infatti si spendono tanti soldi inutilmente, perché i vari uffici non sanno veramente di cosa hanno bisogno oppure perché non fanno un’indagine preliminare per capire se quel tipo di investimento sia davvero necessario.
Insomma, si tratta di una iniziativa gioiello, che può far fare passi da gigante al nostro Paese. E’ la prova che se l’Italia vuole, ha tutti gli strumenti e le competenze per essere leader in un settore strategico come quello del digitale. E può così rivoluzionare e snellire uno degli aspetti più problematici del nostro Paese: la burocrazia.
Laura Garavini