Questo il tema del dibattito organizzato domenica 24 aprile all’Arsenale di Metz in occasione della giornata conclusiva del Festival “Litterature et journalisme”.
Come preannunciato nel numero di aprile di PassaParola erano presenti: il giornalista italiano Giampaolo Musumeci, Claire Billet, fotografa e giornalista indipendente; Philippe Rochot, giornalista. Ha moderato:Olivier Weber, scrittore e corrispondente di guerra.
Claire Billet con Olivier Jobard sono all’origine dell’esposizione “L’Odyssee de l’errance”. Entrambi hanno seguito e fotografato per alcuni mesi alcuni afgani che partivano alla ricerca di una nuova terra d’asilo. Li hanno accompagnati sulle strade da Kabul fino alle coste turche e sui barconi che dalla Tunisia traghettano i migranti fino a Lampedusa. Il loro obiettivo ha immortalato, di volta in volta l’ansia, la noia dell’attesa, la miseria, la disperazione, qualche volta la gioia di uomini , donne e bambini in fuga dalle guerre e dalla miseria con la sola speranza di giorni migliori in una nuovo Paese ancora incerto.
Musumeci, coautore con Andrea Di Nicola del libro Confessioni di un trafficanti d’uomini, ha raccontato l’inchiesta condotta alla scoperta di questo business, il cui fatturato mondiale è secondo solo a quello della droga.
La realtà descritta da Paolo Musumeci non ha nulla di losco e inquietante. I trafficanti sono organizzati come una grande agenzia di viaggio operante su scala mondiale: “la Costa crociere dei migranti”. Sono in grado di proporre ai loro clienti una larga gamma di prestazioni e servizi con relativo tariffario, si parte da 700 dollari per un viaggiodall’Afganistan verso l’ Iran per arrivare a 25.000 dollari per la tratta Asia/Usa.
Nessuno dei trafficanti incontrati dai due italiani si considera un criminale, ma piuttosto un imprenditore, capace di risponde ad una richiesta di mercato sempre crescente con molteplici soluzioni al suo attivo.Questi nuovi agenti di viaggio conoscono ed utilizzano i social per sviluppare i loro affari, si servono delle agenzie di tranfert di denaro per finalizzare i pagamenti con i loro clienti ed incassano le somme pattuite solo al “buon fine” del viaggio. Il traffico d’uomini o tratta di esseri umani, genera annualmente un fatturato stimato tra i 3 e i 10 miliardi di dollari. Con grande ipocrisia l’Europa ignora questo immenso fiume di denaro che si sposta dall’est verso ovest et dal sud al nord.
Tutti i partecipanti concordano nel denunciare l’inefficienza delle Istituzioni europee di fronte alle organizzazioni criminali a causa dell’endemica lentezza decisionale. Le loro testimonianze sono chiare, convincenti e sicuramente poco ottimistiche sulla risoluzione della crisi migratoria: i migranti sono considerati da tutti, Europa inclusa, una merce di scambio. Il pubblico ascolta con l’amaro in bocca, dinanzi al naufragio delle politiche europee.
Ornella Piccirillo