Il nuovo tour di Daniele Silvestri partito da Foligno, si caratterizza per una grande novità: per la prima volta nella sua lunga carriera, l’artista romano è protagonista nella dimensione unica ed elegante dei teatri. A Roma, all’Auditorium Conciliazione, il cantante ha proposto quattro date, da giovedì 7 aprile a lunedì 10, tutte sold out. Il concerto si rivela uno show-spettacolo con una scenografia ricca di dettagli, in cui un emozionatissimo Silvestri nella prima parte propone molte canzoni del suo ultimo album Acrobati, che vanta ben 18 brani e collaborazioni degne di nota (si spazia da Diodato e Roberto dell’Era fino ad arrivare a Caparezza e Diego Mancino), mentre nella sua seconda parte porta il pubblico in un’ambientazione circense (è chiaro il rimando al brano che dà il titolo all’album) e lo fa emozionare con i vecchi successi a tutti ben noti.
La serata romana del 7 aprile si arricchisce con due ospiti: Diodato, con cui duetta sulle note di Pochi giorni e Rodrigo D’Erasmo, violinista degli Afterhours, chiamati più volte sul palcoscenico, da un Silvestri generosissimo, a dividere la scena. Oltre a loro, Daniele è sostenuto dalla sua band di sempre: i musicisti con cui suona da più di vent’anni, come tiene lui stesso a precisare presentandoli, si amalgamano perfettamente con i nuovi. Qualche nome: Gianluca Misiti alle tastiere, Gabriele Lazzarotti al basso, Duilio Galioto alle tastiere aggiuntive, Sebastiano De Gennaro alle percussioni e vibrafono e Marco Santoro come seconda voce.
Si parte con La verità per passare poi subito a La mia casa (“finalmente questa sera siamo a casa nostra”) per un pubblico inizialmente un po’ timido, “colpa” anche di un inizio con nuovi brani mai sentiti prima e, quindi, ancora poco conosciuti; tuttavia, al ritornello di Quali alibi, dalle prime file volano in aria palloncini colorati per mostrare l’affetto verso il cantante, che con la simpatia e spontaneità che lo contraddistinguono, reagisce con un “eh vabbè, ve la siete cavata con i palloncini”, prima di intonare di nuovo il ritornello per farlo cantare stavolta esclusivamente al pubblico.
Silvestri si dimostra in ottima forma e passa abilmente da brani eseguiti con la chitarra a canzoni più intime alla tastiera. C’è spazio anche per qualche piccolo gioco sonoro (Daniele suddivide in 4 gruppi da due la sua band, lui incluso, li associa ad un colore e li fa suonare a comando chiamando i colori voluti), due canzoni a richiesta (i fan, per ogni data del tour, potranno scegliere tra le loro preferite due canzoni non incluse già nella scaletta direttamente dal sito ufficiale), che saranno per questa prima data romana Y10 bordeaux e Occhi da orientale e una canzone ad personam L’autostrada, lanciando tra il pubblico il tappo di una bottiglia.
Tra i momenti più emozionanti sicuramente l’interpretazione del pezzo A bocca chiusa, preceduto da un video di frammenti originali per ricordare il primo voto delle donne, i movimenti studenteschi e operai del ’68 e le più recenti manifestazioni per i diritti civili Lgbt; e quella del brano Le navi, dedicata a tutti coloro costretti ad emigrare in cerca di un futuro migliore.
Silvestri non si risparmia e canta per più di tre ore, concedendosi solo una breve pausa tra la prima e la seconda parte, cerca e trova sempre un dialogo con il suo pubblico e non si sottrae alla spiegazioni di alcuni brani a lui cari, come appunto Le navi, La mia routine e Acrobati, metafora in cui tutti ci possiamo identificare ma anche un messaggio di speranza, come spiega l’autore stesso “un invito a guardare le cose dall’alto, a disobbedire alla gravità, a cambiare sguardo, proprio in questo momento, in cui siamo tutti alla ricerca di un punto di equilibrio e di una prospettiva”.
Gran finale con Testardo, cantata da tutto il pubblico; l’artista romano non si sottrae nemmeno ai saluti, firma autografi e stringe le mani di tutte le persone accorse sotto al palco, è passata ormai la mezzanotte quando le luci si spengono e un pubblico entusiasta fa ritorno verso casa.
Alberta Acri