Mercoledì 11 novembre l’Università di Lussemburgo ha ospitato al Campus di Belval lo scrittore napoletano Erri De Luca per una lezione inserita nell’ambito della Nuova Formazione Continua in Lingua, Cultura e Società Italiane, organizzata dalla Section des Lettres Italiennes.
In poco più di un’ora Erri ci ha parlato delle traduzioni di servizio, come ama definire le sue traduzioni del Vecchio e Nuovo Testamento che rispettano fedelmente l’unità della parola e la costruzione della frase del testo originale, ha condiviso con il pubblico la passione per la montagna, i ricordi legati a Napoli, senza evitare le vicende giudiziarie che lo hanno riguardato da vicino in questi ultimi giorni per aver difeso le ragioni dei no tav in Val di Susa.
Il suo intervento ci ha ricordato l’importanza della precisione delle parole per definire persone e situazioni: il verbo creare, per esempio, attribuibile solo alla divinità, il verbo tornare, inaccessibile ormai a chi ha lasciato Napoli e che adesso lì può soltanto andare.
A chi gli ha chiesto del ruolo dell’intellettuale nella società, Erri De Luca ha risposto che il suo compito è racchiuso nel verbo stare, rimanere accanto a chi ha bisogno, consapevole della propria responsabilità pubblica e della necessità del suo impegno nel miglioramento della società. Dopo la lezione, Erri De Luca ha stretto mani, fatto foto, regalato un sorriso e un autografo con semplicità e generosità.
Incontrarlo è stato come leggere i suoi libri:è asciutto, essenziale, mai barocco, schietto e diretto. E come dopo averlo letto, resta sempre il desiderio di riascoltarlo ancora.
Angela Mattei