L’arte motore di fraternità tra i popoli è il titolo della conferenza- dibattito organizzata venerdì sera dall’Acfi di Maizieres -Les-Metz (Francia) e magistralmente animata da Fabrizio Catalano, regista e drammaturgo, in viaggio attraverso l’Europa per la presentazione del suo ultimo libro: «Una goccia d’ambra nelle neve».
Sullo sfondo della Cappella Palatina di Palermo, Fabrizio Catalano, in francese con lieve accento italo-siculo, con passione e convinzione ha sostenuto ed argomentato la tesi che solo l’Arte, memoria del nostro passato ed espressione di sentimenti universali può creare dei ponti tra i popoli e favorire la nascita di un nuovo modello sociale.
Per più di un’ora l’oratore ha ripercorso la storia dell’umanità dalle grotte di Lascaux, fino all’arte contemporanea senza dimenticare il Medioevo e il Rinascimento.
Si è parlato di letteratura, musica, pittura, italiana ed Europea, arte sacra e profana : tutte espressioni dell’aspirazione al bello e all’immortalità, condivise da tutti i popoli e in ogni epoca.
L’argomento di scottante attualità ha interessato il pubblico, numeroso, presente in sala e suscitato un ricco dibattito alla fine dell’incontro. I recenti flussi migratori destinati a protrarsi nel tempo, cambieranno inevitabilmente il volto del’Europa e non solo. Inutile cercare di ignorarli o ancor peggio rifiutarli: nessun muro, né filo spinato potrà fermare la marea umana che spinge alle porte dell’Europa.
L’unica via d’uscita possibile è affidarsi all’arte e alla cultura senz’altra sovrastruttura artificiale per «connettere» insieme popoli diversi ma espressione di una sola umanità. Questa la convinzione e l’auspicio di Fabrizio Catalano.
Qualche perplessità si è manifestata tra il pubblico che ha ritenuto «militante» il suo discorso , ma non poteva essere che così!
Fabrizio Catalano è pur sempre il nipote di Leonardo Sciascia: buon sangue non mente !
Ornella Piccirillo