È stato presentato il 23 aprile il nuovo rapporto annuale su “La partecipazione politica degli stranieri in Lussemburgo” redatto dal Cefis (Centre d’étude et de formation interculturelles et sociales, ndr.). Lo studio, condotto da Frédéric Mertz, Altay Manço e Laurence Gillen e cofinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero per la famiglia e l’integrazione, è il completamento del progetto Migra-Lux che risulta così diviso in due parti fondamentali: la prima sull’osservazione e l’analisi sull’iscrizione dei cittadini UE nelle liste elettorali europee e comunali, e la seconda su migrazione e solidarietà intergenerazionale.
Alla base della ricerca c’è la necessità di mettere l’accento sulla “non-partecipazione” elettorale degli stranieri residenti nel Granducato. Secondo le ultime ricerche condotte dal Cefis, solo il 17% di loro risulta effettivamente iscritto nelle liste elettorali comunali; ciò significa che c’è una percentuale altissima -l’83% tra migranti europei e cittadini di paesi terzi- di persone che non si sono iscritte sulle liste elettorali. Nel tentativo di trovare una risposta a questa disaffezione politica è stato condotto un sondaggio su un campione di individui provenienti sia da stati interni all’UE sia da paesi non UE come Serbia, Bosnia, Montenegro et Capoverde, con l’intento di comprendere chi sono questi non-iscritti, perché non votano e cosa invece si può fare al fine di rinforzare la loro partecipazione politica a livello locale.
Dai dati rilevati sulle 1380 persone campione alcuni fattori sembrano influire sulla partecipazione politica.
Il primo è indiscutibilmente il mancato interesse. La metà risulta effettivamente interessata e intenzionata a partecipare attivamente; tra coloro che intendono iscriversi alle liste elettorali gli italiani sono al primo posto con una percentuale del 70% anche se di loro solo il 53% affermano di voler partecipare poi alle elezioni legislative ma il dato sembra essere in linea con la partecipazione degli stessi alle elezioni nel paese di origine, bassissima secondo le rilevazioni effettuate.
Anche la condizione socio-economica dell’individuo rappresenta un discrimine forte a una partecipazione attiva. Effettuando i dovuti confronti tra le popolazioni UE e quelle non UE si nota un minore interesse nel secondo gruppo, che risulta meno implicato nella vita politica locale a causa della posizione sociale, un livello di studi mediamente più basso e una minore possibilità di informarsi adeguatamente. Il dato è paradossale, dal momento che sono proprio queste le popolazioni più presenti, quando si tratta di elezioni, nel proprio paese d’origine. Da una parte, in testa per partecipazione al voto ci sono infatti i montenegrini, seguiti da belgi, francesi, bosniaci, capoverdiani e serbi. Di loro solo il 40% però manifesta l’intenzione di fare altrettanto in Lussemburgo.
Dall’altra parte italiani e portoghesi sono il fanalino di coda, segno che una disaffezione alla vita politica “in casa” tende a generare una mancata partecipazione anche una volta che ci si trova al di fuori di essa. Ma di loro il 70% ha intenzione di partecipare nel futuro. Per questo informazione e attenzione ai nuovi residenti sono imprescindibili.
L’intento principe dello studio è quello di lavorare su questi dati per rinforzare il sentimento d’interesse soggettivo alla politica del residente straniero ed è in quest’ottica che si andranno a prevedere campagne di sensibilizzazione volte a trasmettere il messaggio secondo cui il voto è parte integrante della quotidianità di qualsiasi essere umano. Facilitare l’accesso all’informazione politica utilizzando quelle sedi finora poco battute come associazioni e centri di aggregazione, consolidare il rapporto tra il comune ospitante e la popolazione straniera mediante consultazioni su temi concernenti la gestione comunale e il bene comune, ad esempio, o con una diversificazione linguistica della vita politica perché arrivi a tutti in egual misura sono alcune delle proposte per l’integrazione dello straniero alla vita politica locale.
Il documento può essere consultato sul sito http://www.cefis.lu
Eleonora Cianfrini