Splendido spettacolo alla Rockhal della band inglese Spandau Ballet, storico gruppo che hanno fatto sognare un’intera generazione (femminile soprattutto!) targata EIGHITIES. 30 anni dopo (e 30 chili dopo!) una ex adolescente degli Anni ’80 ritrova a Lussemburgo il suo idolo. Si era persa il concerto in quella “Milano da bere” gonfia di sogni e di promesse.
L’appuntamento col destino si è consumato alla Rockhal domenica 22 marzo, in una fredda serata di inizio di Primavera, che ha tradito il calendario con i suoi 3 gradi e ha raccolto in una sala (purtroppo piena a metà) i reduci nostalgici di un’epoca che troppo spesso rimbalza nei cuori e nella memoria. Quasi 40 minuti di ritardo, che uniti ai 90 di arrivo anticipato (l’ex adolescente credeva di trovarsi a San Siro nell’estate del 1986) hanno reso “benedette” le sedie previste in sala. Eh si signori, anche se si è pagato (meno) per i posti in piedi, le sedie ci sono state per tutti (quelle meno care dieci file più indietro). Che diranno adesso quelli che hanno pagato 30 euro in più per stare seduti? Sfileranno di scatto le sedie ai vicini azzardando il malefico scherzo del pagliaccio? No, non l’hanno fatto, per, poi, forse pentirsi di certo quando, ancora peggio, si sono visti arrivare davanti un centinaio di persone (quelle del posto in piedi meno caro) passargli davanti. Peccati (veniali) dell’organizzazione lussemburghese.
In Italia non ci sarebbero stati sopravvissuti a un tale fenomeno. Per fortuna siamo nel civile Granducato: dove la gente guadagna tanto e abbozza in proporzione. Sarà perché forse tutti non vedevano l’ora di ascoltare i mitici SB e non volevano certo rovinarsi la serata proprio sul più bello. Che, difatti è arrivato: il più bello (ovvero l’inizio del concerto) e “il più bello”, lui, Tony Hadley, un metro e novanta, oggi non più solo di altezza, ma anche di girovita.
Che però ha la stessa voce che ci risuonava nelle orecchie dal walkman di oltre 6 lustri fa. Tony e la sua band le cantano tutte, proprio tutte, quelle canzoni che lei, l’ex adolescente degli Anni Ottanta conosce a memoria; in realtà non lo sapeva…non ricordava di ricordare. Ma bastano due accordi e la prima strofa per farle capire che la memoria a volte è una scienza esatta, che svela le sue felici equazioni con calcoli perfetti se stimolati! Tony (e gli altri…ah si, vero, ci sono anche gli altri…bravi però, mica male!) è lì che le dedica TRUE e TO CUT A LONG STORY SHORT (due titoli a caso, ma non troppo ?!).
Avvolto nel suo abito antracite, la giacca tira un po’, ma Hadley si muove come se avesse addosso ancora quel giubbotto di pelle a spalline imbottite del tempo che fu, colpevole di aver solleticato i più reconditi e proibiti pensieri di pudiche ragazzini dei tempi andati. Il sorriso è lo stesso, parla col pubblico, lo saluta, lo ringrazia. Ogni tanto beve un sorso d’acqua, ma a metà concerto confessa che la sua bevanda preferita (e la mostra) è un cocktail di birra e Jack Daniels. Ora si capisce un po’ meglio il perché della “linea rotonda” e delle guance paonazze. Ma lui è” Tony” e a Tony si perdona tutto. Anche quando ci saluta e sembra ci abbandoni senza cantare THROUGH THE BARRICADES per poi rientrare sul palco e regalarcela tutta quella splendida canzone, dolce e suadente fino all’ultima nota. E ci ringrazia per come abbiamo cantanti bene con lui (l’ingaggio al prossimo tour è assicurato!).
Meravigliosi i musicisti, gli assoli di basso, sax, chitarra. Bravi tutti, simpatici. Ringraziano in tutte le lingue, complimenti a tutta la band, a tutti i componenti della band; cavolo…devo scriverlo sennò poi chissà che dicono quando mi leggono i colleghi esperti di musica perché non ho citato bene i componenti del gruppo che loro sì che davvero sono bravi e non quel “ciccione” paonazzo che ancora fa sbavare le sue “grupie” con la tinta e il botox.
Basta, l’ho detto. Fatemi tornare a sognare, a parlare di lui…opssss…degli SB.
E del suo frontman che ha cavalcato con me que meravigliosi anni “teen” fra tempeste e arcobaleni!
Maria Grazia Galati