“Grazie di essere venuti a questa festa di compleanno, per i miei 60 anni per i miei 46 anni di carriera. Nel corso del concerto cercheremo, insieme, di scandire il tempo con la musica e con le canzoni per ricevere e trasmettere emozioni. Attraverseremo tutto questo periodo che va dal mio esordio a Castrocaro, nel 1968, quando avevo solo 14 anni, per fare un omaggio a quelli che hanno collaborato con me ma anche a quelli che per me sono stati un punto di riferimento”.
Inizia così, con una Fiorella Mannoia, particolarmente emozionata davanti al pubblico di casa, l’ultimo dei quattro concerti che l’hanno vista ospite dell’Auditorium Parco della Musica a Roma dal 27 al 30 dicembre.
Fiorella e il suo pubblico, Fiorella è il suo pubblico che la ascolta in silenzio quando riflette su temi impegnativi quali il femminicidio, prima di cantare La paura non esiste di Tiziano Ferro o l’immigrazione, prologo a In viaggio, di cui è anche autrice.
La cantante romana riesce ad interagire con la sua eterogenea platea, come si fa tra vecchi amici, strappando qualche lacrima nei momenti più intimi del concerto sulle note di Come si cambia e Quello che le donne non dicono e La giostra della memoria, storici brani nati dalla collaborazione con Ruggeri, ravvivando la passione per l’impegno civile e il desiderio di giustizia con La storia siamo noi di De Gregori, mentre sul grande schermo spennellate di colore disegnano i volti di grandi personaggi da Falcone e Borsellino a Gandhi, Pertini, Kennedy fino alla esplosione di gioia che scatena l’attacco di Messico e Nuvole cantata all’unisono con il pubblico.
Oltre due ore di concerto che ha spaziato dagli Anni ’80 ai nostri giorni con brani di Battiato, Baglioni, Renato Zero, Vasco Rossi , Lucio Dalla fino al bagno di folla conclusivo con Fiorella che passeggia tra il pubblico sulle note di Via con me proprio perché questo non è stato un concerto: è stata una festa!
Gilda Luzzi