Sei stato battezzato col tema “famiglia in tutti i suoi stati” e le tue radici hanno riscoperto per noi il grande Pasolini. Questo per il tuffo nel passato, indimenticato. Tuttavia, come i 36 fratelli che ti hanno preceduto e tutti quelli che ti seguiranno, sei stato concepito come fiero palladino del cinema italiano attuale. Non stupisce quindi nessuno che tu abbia dedicato il meglio di te alle sezioni competizione e panoramica, entrambe legate al Filmed in Italy 2013/2014.
Dal sito si possono ripercorrere tutti i momenti salienti della tua intensa esistenza, fra i quali spiccano i premi attribuiti dalle varie competentissime giurie, la più importante delle quali è stata presieduta dallo scrittore e regista Philippe Claudel. So che non vuoi disquisire ancora delle classifiche ufficiali, rispettoso come sei delle scelte di ogni spettatore. Quanto a me, sappi che ricorderò questa edizione per il suo equilibro qualitativo. Per questo, mi limiterò ad elencare in ordine rigorosamente sparso le opere che ho maggiormente apprezzato: Più buio di mezzanotte, Il capitale umano, Pulce non c’è, I nostri ragazzi, Il venditore di medicine, La mafia uccide solo d’estate, La nostra terra, Piccola patria, Come il vento, Smetto quando voglio. Purtroppo mi è sfuggito La prima neve. Come sempre, qualche film lo si perde, voi festival siete comunque troppo brevi. Anche se, tra tutte le edizioni, sei stato quello più longevo con ben 18 giorni di durata!
Durante questi 18 giorni ci hai regalato quasi 70 film e un’infinità di emozioni, grazie anche all’opportunità pressoché unica di incontrare registi, attori ed altri professionisti del mondo cinematografico. Pensa che altrove vengono mostrati da lontano e tenuti fuori portata dagli spettatori, quasi fossero degli extraterrestri! Tu invece, hai offerto al tuo pubblico 40 (!) incontri con artisti venuti appositamente per questo e ripartiti felici anche essi di avere approfondito il proprio lavoro con gli spettatori. A proposito, lo sai che anche quest’anno più di 40.000 persone hanno decretato il tuo successo, caro 37°? Per la gioia di chi ha partecipato alla tua organizzazione, in mezzo alle difficoltà che comporta un evento della tua dimensione. Queste difficoltà non vanno dimenticate e, stanne sicuro, c’è già chi lavora per eliminarle.
Ricordi quanta gente c’era alla serata d’inaugurazione? Sei poco gossipparo (sì, è un neologismo riconosciuto dalla Treccani dal 2008!) e magari non te ne sei nemmeno reso conto, ma in mezzo ai tanti rappresentanti istituzionali, c’erano un ministro (Christian Eckert) e due ex ministri della Repubblica francese, Aurélie Filippetti e Arnaud Montebourg! Cosa inaudita nella storia di un Festival tutto sostanza e zero mondanità, i due ex ministri hanno scelto proprio questo momento per ufficializzare il loro rapporto! Assieme a loro, sei finito anche tu sulle pagine di tutti i quotidiani francesi! Qualcuno ha voluto vederci un’ultimo regalo al Festival da parte di Aurélie, ex ministro della cultura, nata proprio a Villerupt…
Sempre in quel primo fine settimana, ecco sbarcare Paolo Virzì, dopo alcune peripezie logistiche fortunatamente sfuggite al pubblico! Non è dato accogliere tutti i giorni il prossimo rappresentante italiano agli Oscar e c’era una folla sconfinata ad onorare l’occasione. L’altro clou è legato a Carlo Verdone, quando ormai volgevi alla fine, vecchio 37°! A Verdone, amico di Villerupt da sempre, è stato tributato uno speciale omaggio alla carriera e la gente ha fatto la fila per più di un’ora pur di assistere a questa premiazione; c’è chi non è proprio riuscito ad entrare nella grande sala del municipio. Ma chi ha detto che nessuno va più al cinema?
Di sicuro nessuno di tutti quelli che hanno passato due settimane a correre da una sala all’altra, tra Villerupt, Audun-le-Tiche, Esch e Dudelange. Eppure, anche correndo, è capitato a quasi tutti di rimanere fuori almeno una volta per mancanza di posto…
Abbiamo accennato ai problemi, noti da tempo purtroppo. 37°, non sei il primo ad augurarti che le edizioni prossime e venture possano essere ospitate da infrastrutture degne della dimensione ormai stabilmente raggiunta dalla manifestazione. Se tutto va bene, l’attesa finirà da qui a due o tre anni. Anche perché dalla realizzazione di una struttura fissa adeguata dipende la perennità della rassegna, al di là dell’arte – tutta italiana, concediamocelo – di arrangiarsi dell’organizzazione…
Festival del film italiano di Villerupt, 37° del nome, eccoci ai titoli di coda. In fondo a questi, si legge il tema del tuo successore: Il Nordest e… e il resto lo scoprirete l’anno prossimo sui soliti schermi!
Remo Ceccarelli